
Pechino ha sottolineato la collaborazione con Mosca e Kiev per mettere fine al conflitto. Bombardate le regioni di Luhansk e il Donbass
Per Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, quella in corso è una crisi dei rifugiati “senza precedenti“. Stando a quanto riferito da Luciana Lamorgese, infatti, al momento in Italia si trovano 75.115 profughi ucraini ma si starebbe assistendo a un rallentamento del flusso di arrivo in Europa. Stando a quanto rende noto l’Onu, invece, sarebbero 3.901.713 gli ucraini che hanno lasciato il loro Paese dall’inizio del conflitto, guadagnando lo status di rifugiati. Altri 6,5 milioni sarebbero, invece, gli sfollati interni.
Il titolare della Farnesina ha fatto sapere che Mosca verrà valutata “sui fatti, evitiamo false illusioni” e che “nelle prossime ore il premier Mario Draghi sentirà il presidente Putin“. La notizia è stata confermata: il colloquio avverrà nel pomeriggio. Sarebbero, invece, 160 gli italiani ancora bloccati in Ucraina, contro i 2.000 dall’inizio del conflitto.
Oggi il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov si è recato a Tunxi, nella provincia di Anhui, nella Cina orientale, per incontrare il suo omologo cinese, Wang Yi. Al termine del colloquio il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, ha sottolineato che la collaborazione tra i due Paesi “non ha limiti” e che, insieme a Kiev, lavorano per mettere fine al conflitto. «Ci sforziamo per la pace senza limiti, salvaguardando la sicurezza senza limiti e opponendoci all’egemonia senza limiti. Le relazioni bilaterali non sono conflittuali e non sono mirate verso terzi» – ha detto, ribadendo l’orientamento al “vero multilateralismo“.
Wang Wenbin ha ancora aggiunto: «continueremo a svolgere un ruolo costruttivo e a fornire assistenza per la normalizzazione della situazione in Ucraina. Intendiamo interagire con ognuna delle parti interessate per concludere a breve il conflitto armato fra Russia e Ucraina».
Durante l’incontro Wang Yi avrebbe affermato che le relazioni tra Pechino e Mosca mostrerebbero un solido trend di sviluppo. «dall’inizio di quest’anno, le relazioni sino-russe hanno resistito a nuove prove di cambiamenti nella situazione internazionale, hanno mantenuto la giusta direzione e hanno mostrato una solida tendenza allo sviluppo» – avrebbe dichiarato, citato dalla Tass. Lavrov, citato dall’emittente Cgtn, avrebbe risposto dicendo che i due Paesi “cercano di raggiungere un ordine mondiale giusto e multipolare“.
Contestualmente Lavrov parteciperà alla terza riunione dei ministri degli Esteri dei Paesi limitrofi dell’Afghanistan.
Domani il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si collegherà in video da remoto al Parlamento australiano. Lo fa sapere il ministro dell’Occupazione australiano Stuart Robert, sottolineando che “l’Ucraina sta dimostrando un coraggio e una resilienza lodevole di fronte alla guerra non provocata delle Russia“.
Si dovrà attende una de-escalation in Ucraina prima di un eventuale incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo statunitense Joe Biden. Ad annunciarlo è il direttore delle comunicazioni della Casa Bianca. Kate Bedingfield, citata dalla Tass.
«Ieri ha detto che sarebbe disposto a incontrare di nuovo il presidente Putin o a parlargli – ha dichiarato ai giornalisti Bedingfield, riferendosi a Biden. – Non posso indicare le precondizioni per una conversazione tra il presidente Biden e il presidente Putin, se non per dire che siamo stati molto chiari, il presidente Biden è stato molto chiaro sul fatto che ci deve essere una tangibile de-escalation dalla Russia e un chiaro, vero impegno per una soluzione diplomatica».
A preoccupare la comunità internazionale, intanto, sono gli effetti sulla sicurezza alimentare globale causati dal conflitto. La denuncia arriva dall’Onu secondo il quale lo Yemen si sarebbe visto tagliare del 50% le assegnazioni di cibo, ma non solo. Tra gli altri Paesi colpiti ci sarebbe l’Egitto, che dipende per l’85% dal grano ucraino, e il Libano, che nel 2020 ne dipendeva per l’81%. L’Ucraina e la Russia producono il 30% della fornitura mondiale di grano, il 20% della fornitura mondiale di mais e il 75-80% dell’olio di semi di girasole.
Di stessa veduta è la vice segretaria di Stato statunitense, Wendy Sherman: «la guerra scelta dal presidente russo è responsabile del danno alla sicurezza alimentare globale. Siamo particolarmente preoccupati per Paesi come Libano, Pakistan, Libia, Tunisia, Yemen e Marocco che dipendono fortemente dalle importazioni ucraine per nutrire la loro popolazione».
In Ucraina, intanto, nonostante l’annuncio del ritiro delle truppe russe, continuano i bombardamenti. Secondo le autorità di Luhansk una serie di attacchi su zone residenziali di Lysychansk avrebbero causato un numero non precisato di morti e feriti, al momento è stata confermata solo una vittima.
«Il nemico ha usato armi pesanti nei quartieri residenziali di uno dei distretti di Lysychansk. Una significativa quantità di palazzi distrutti. Informazioni relative al numero di morti e feriti in corso di valutazione. I soccorritori stanno cercando di recuperare di salvare i vivi» – scrive su Facebook il capo dell’amministrazione militare regionale, Sergey Gaidai.
Il sindaco di Mariupol, intanto, ha denunciato che l’intero reparto maternità di un ospedale è stato evacuato forzatamente in Russia. «Più di 70 persone, donne e personale medico del reparto maternità numero due del distretto della riva sinistra di Mariupol sono stati presi con la forza dagli occupanti» – scrive su Telegram l’ufficio del primo cittadino.
Durante la notte raid aerei russi avrebbero colpito il Donbass, e in particolare Chernikiv, e la regione di Khmelnytsky. Il governatore di Chernhiv, Viacheslav Chaus, ha scritto su Telegram che la città è stata colpita tutta la notte. «Ci crediamo alle promesse? Certo che no» – ha aggiunto in merito al presunto ritiro delle operazioni militari russe. A riportare la difficile situazione è un consigliere del ministero dell’Interno ucraino, Vadim Denisenko, citato da Unian. «Per il momento, non è possibile dire che i russi stanno riducendo l’intensità delle ostilità nelle direzioni di Kiev e Chernikiv» – ha dichiarato.
A differenza di quanto riferito, invece, la capitale ucraina non avrebbe subito bombardamenti nella notte. «La notte è passata relativamente calma, il suono delle sirene e il suono dei colpi di arma da fuoco si sono sentiti attorno alla città, ma la città vera e propria non è stata bombardata» – ha infatti spiegato il vice sindaco di Kiev, Mykola Povoroznyk.
Bbc e Cnn, infatti, avevano riferito di rumore di artiglieria e razzi provenienti dai campi di battaglia a nord-ovest della città. Secondo lo Stato maggiore ucraino “ci sono indicazioni che le forze russe si stiano riorganizzando per concentrare i loro sforzi sull’Ucraina orientale, allo stesso tempo il cosiddetto ritiro delle truppe è molto probabilmente una rotazione di singole unità e mira a fuorviare la leadership militare Ucraina“.
di: Alessia MALCAUS
FOTO: ANSA/ EPA/EVGENIA NOVOZHENINA
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