
Ieri l’incontro al Mise durante il quale le regioni Piemonte e Lombardia, il sindaco di Novi Ligure e i sindacati hanno chiesto ai rappresentanti dell’azienda l’impegno a garantire la continuità produttiva dello stabilimento di Novi Ligure e tutelare i lavoratori
Possibile nuovo acquirente per Pernigotti, la storica industria dolciaria piemontese. Lo ha annunciato la stessa azienda quando ieri c’è stato un tavolo al Mise a cui hanno partecipato i suoi rappresentanti, le regioni Piemonte e Lombardia, il sindaco di Novi Ligure e i sindacati.
Il Sole 24 ore ha anticipato il nome della Witor’s di Cremona, azienda dolciaria che produce cioccolato che fa capo alla 21 Invest, la piattaforma di investimenti gestita da Alessandro Benetton. Si parla di una lettera d’intenti già sottoscritta con i Toksoz, titolari della Pernigotti. La Witor’s vorrebbe garantire un piccolo presidio produttivo a Novi Ligure dove ha sede l’azienda che ha 80 lavoratori in cassa integrazione fino a giugno.
Pernigotti è stata infatti ceduta ai turchi nel 2013 con la produzione suddivisa tra Italia e Turchia. Il polo storico a Novi Ligure nel tempo ha sofferto per la mancanza di investimenti. Un vero e proprio rilancio del marchio non c’è mai stato e questo ha portato, nel 2018, alla decisione della proprietà di chiudere lo stabilimento italiano. In quell’occasione le proteste dell’intero territorio e l’intermediazione del Governo fecero sì che la partita si riaprisse con un duplice risultato: da un lato la cessione del ramo d’azienda gelati a Optima, dall’altro l’impegno della proprietà a investire fino a tre milioni di euro per ammodernare le linee produttive nella fabbrica di cioccolato di Novi Ligure. Oggi di fatto la fabbrica di cioccolato è quasi ferma.
E’ per questo che durante l’incontro di ieri tutte le parti presenti al tavolo hanno chiesto ai rappresentanti dell’azienda l’impegno a garantire la continuità produttiva dello stabilimento di Novi Ligure e tutelare i lavoratori. «Le risposte fornite fino ad ora dalla proprietà sono insufficienti – dicono i sindacati. – E’ mancata la presentazione di piani produttivi necessari a superare eventuali conclusioni negative della trattativa».
Alla luce della situazione ancora incerta rispetto alla soluzione della vertenza e all’approssimarsi del 30 giugno, data di scadenza della cassa integrazione, il Ministero, accogliendo la richiesta dei sindacati, ha fissato un nuovo incontro entro fine aprile.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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