
Di fronte ad una elevata incertezza l’obiettivo è normalizzazione
Piuttosto che stagflazione la prospettiva che si profila nell’area euro con la guerra in Ucraina e le sanzioni è quella di “slowflation”, cioè alta inflazione con crescita economica limitata e a rilento. E’ quanto riportano i verbali del Consiglio direttivo del 9 e 10 marzo (leggi qui), pubblicati oggi dall’istituzione monetaria, temi sottolineati poi successivamente anche dalla presidente Lagarde (guarda qui).
Secondo i banchieri una contrazione economica dovuta alla guerra Russia-Ucraina potrebbe portare a un mercato del lavoro più debole, come osservato negli anni ’80, ed il conseguente calo dei redditi potrebbe portare a un’ulteriore debolezza economica, compresa la pressione al ribasso sull’inflazione.
Tuttavia, l’economia dell’area euro entra in questa nuova crisi con fondamentali migliori rispetto a marzo 2020, e quindi la BCE ha ricordato che “la guerra Russia-Ucraina, insieme alle sanzioni economiche e finanziarie, non può essere paragonata alla chiusura dell’economia mondiale nel marzo 2020“.
L’elemento che traspare maggiormente è quello dell’elevata incertezza. Per questo i banchieri hanno convenuto che il percorso per i tassi di interesse di riferimento continuerà a essere determinato dalla guida prospettica in modo dipendente dai dati e dall’impegno strategico a stabilizzare l’inflazione al 2% nel medio termine. Inoltre, c’è stato un ampio sostegno “alla nozione di gradualismo, considerato un principio consolidato di sana politica monetaria e coerente con la prudenza in un contesto di accresciuta incertezza“.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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