
Il componente del Comitato esecutivo della Bce teorizza un modello in cui denaro pubblico e privato coesistano in modo sicuro
Le valute “private” costituite dalle varie tipologie di pagamenti elettronici dovranno avere sempre più un ruolo “pubblico”. Lo ha confermato oggi il componente del Comitato esecutivo della Bce con delega sui sistemi di pagamento Fabio Panetta.
«Le valute digitali delle banche centrali consentiranno al denaro pubblico di continuare a giocare il suo ruolo nell’ancorare la stabilità dei sistemi di pagamento e contribuire alla loro efficienza» ha dichiarato Panetta intervenendo a un convegno organizzato dal National College irlandese.
«Il danaro privato aggiungerà innovazione e diversità a queste fondamenta – prosegue. – La coesistenza di danaro pubblico e privato può continuare ad essere una situazione in cui tutti escono vincitori, probabilmente nell’era digitale ancora di più».
L’analisi di Panatta parte da un dato: negli ultimi 15 anni l’utilizzo del contante come metodo di pagamento è passato dal 35% al 20%, mentre parallelamente sono aumentati i pagamenti elettronici alternativi. In questo settore al momento ci sono pochi player, perlopiù big tech, con “ruoli dominanti“, ma “non possiamo consentire alla moneta pubblica di finire marginalizzata“.
Di qui, la distinzione fra “moneta pubblica” e “moneta privata”. Un’eventuale moneta digitale emessa però dalla Banca centrale “offrirebbe a tutti la possibilità di usare moneta pubblica su pagamenti digitali.”
«Sarebbe un mezzo di pagamento solido, affidabile e nell’interesse pubblico – spiega – e preserverebbe la coesistenza di moneta sovrana e moneta privata, che finora ci ha servito così bene».
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI
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