
Nell’informativa sulla guerra in Ucraina al Senato il presidente del Consiglio ha fatto il punto su quanto fatto finora dal Governo
Il presidente del Consiglio Mario Draghi riferisce al Parlamento sui recenti sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina e sulle misure intraprese dall’Esecutivo per fronteggiare la crisi. L’informativa verte sulla situazione militare sul terreno, conseguenze del conflitto da un punto di vista umanitario ed energetico, sulle sanzioni nei confronti della Russia, le iniziative negoziali e sul macro-tema di diversificazione delle fonti energetiche.
«Le forze militari russe si sono scontrate con la dura resistenza dell’Ucraina. Nell’est del Paese l’avanzata procede molto più lentamente del previsto: Kiev ha ripreso il controllo di Kharkiv» e sta arginando l’occupazione militare.
«Vi sono però anche segnali di radicazione russa nell’area, nell’area di Mariupol e del Donbass e in particolare negli oblast di Donetsk e Lugansk. Quattromila corpi trovati nelle fosse comuni di Mariupol testimoniano la violenza dell’esercito, così come quelle scoperte in altri luoghi liberati dall’occupazione, da Kiev a Bucha» ricorda il premier facendo il punto sullo stallo militare in cui verte il conflitto.
«L’Italia ha offerto il suo sostegno per indagare su possibili crimini di guerra; parallelamente la nostra ambasciata, che ringrazio per lo spirito di servizio, la professionalità e il grande coraggio, ha ripreso la piena attività nel Paese».
«Sono quasi 14 milioni i residenti in Ucraina che hanno dovuto lasciare le loro case: quasi un cittadino su tre. In Italia sono giunti quattromila minori non accompagnati» spiega il presidente annunciando gli ultimi dati del Viminale, che parlano di migliaia di bambini già inseriti nelle scuole primarie e secondarie. «Una dimostrazione di amore e di efficienza collettiva», accesa anche dalla Protezione civile e da tutto il terzo settore: «l’Italia è orgogliosa di voi, della vostra umanità».
C’è poi il tema della crisi alimentare, vista l’importanza di Russia e Ucraina nell’esportazione di grano e cereali che per alcuni Paesi costituiscono la metà del fabbisogno. «Il blocco di milioni di tonnellate di cereali nei porti ucraini da parte dei Russi minaccia la sicurezza alimentare di milioni di persone, aggiungendosi alle criticità già emerse dalla pandemia». Gli effetti rischiano di essere disastrosi soprattutto nei Paesi più poveri dell’Africa e del Medioriente.
Draghi parla anche dell’incertezza nel mercato energetico: «i prezzi erano alti già prima della guerra ma l’incertezza è aumentata, insieme alla volatilità dei mercati».
«Siamo un Paese generoso: nell’ultimo decreto Aiuti abbiamo stanziato 110 milioni di euro in sovvenzioni al governo ucraino per la gestione dell’emergenza, cui si aggiungono 200 milioni in prestito» precisa Draghi, ribadendo anche i doni della Protezione civile, le donazioni umanitarie e l’assistenza a Slovacchia e Moldova.
«Dobbiamo raggiungere il prima possibile un cessate il fuoco e far ripartire quanto prima i negoziati»: è questa la posizione dell’Italia, ma anche “un’aspirazione europea condivisa anche con Biden e il Congresso“.
«Ho riscontrato un apprezzamento universale per la posizione italiana fermamente incastonata nel filone atlantico e nell’Unione Europea. Una posizione che ci permette di essere in prima linea senza ambiguità per la pace».
Draghi ha ricordato anche l’espulsione di 24 diplomatici italiani da Mosca: un’operazione “ostile” che risponde a “espulsione di diplomatici russi da parte dell’Italia e dell’Ue“: nonostante questo, “mantenere canali di dialogo è fondamentale per una soluzione negoziale“.
«Dovrà essere l’Ucraina e nessun altro a decidere che pace accettare. Una pace non accettabile dall’Ucraina non sarebbe neanche sostenibile».
Parla poi della questione dell’adesione dell’Ucraina all’Ue: «L’Italia è favorevole al suo ingresso» e in tal proposito rilancia l’incontro con Ankara nel prossimo mese che rinforzerà i rapporti fra Italia e Turchia e punterà a discutere della sua posizione nello scacchiere.
al tempo stesso bisogna “continuare a mantenere alta la pressione sulla Russia attraverso le sanzioni per portare Mosca al tavole dei negoziati“.
Draghi parla degli effetti deli primi 5 pacchetti di sanzioni che hanno già indebolito la Russia ma che avranno effetti ancora più significativi nei prossimi mesi. L’Ue è già al lavoro per un sesto pacchetto che prevede l’ampliamento della lista di individui sanzionati e misure per il petrolio.
Sull’intensificarsi della risposta atlantica, l’Italia è pronta a rinforzare il suo contributo con unità in Ungheria e in linea con l’azione degli alleati. Si punta anche ad aiutare la Romania nello sminamento marittimo del Mar Nero e Slovacchia nella difesa antiaerea.
L’Italia “appoggia con condizione la richiesta di Svezia e Finlandia di aderire alla Nato“, ha ribadito Draghi, che parla però di un’alleanza a livello europeo che sia complementare a quella atlantica. «La ridistribuzione dei fondi per la sicurezza a livello europeo è insufficiente» e serve migliorare le capacità di difesa dell’Europa.
Nel lungo termine “servirà uno sforzo creativo per ripercorrere il modello degli accordi di Helsinki“; una volta cessato il fuoco, occorrerà costruire un quadro internazionale “rispettoso e condiviso”, dice riprendendo le parole di Mattarella. Rispetto al diritto dell’autodeterminazione dei popolo e il non ricorso alla violenza contro l’integrità territoriale sono i valori in cui crede l’Italia e verso cui correre per un contesto pacifico duraturo.
Il conflitto ha reso evidente la necessità di diversificare i nostri fornitori energetici: nel 2021 la Russia forniva il 40% del gas naturale dell’Italia. Oggi però oltre al combustibile “di transizione” necessario è bene prevedere lo sviluppo di energie rinnovabili e tecnologie a bassa emissione di carbonio (se n’è parlato in Algeria), oltre che lo sviluppo di reti elettriche di trasmissione. Di qui, il Governo ha deciso di togliere i limiti che rallentano la transizione al rinnovabile, l’unica strada “per un modello di crescita davvero sostenibile”.
«Potremo essere indipendenti dal 2024 ma i primi effetti si vedranno già dalla fine di quest’anno» e su questo c’è accordo anche con Washington, con la quale l’Italia si è voluta nuovamente impegnare nel rispetto degli accordi sul clima.
Solo per quest’anno gli aumenti dei prezzi dei carburanti e delle bollette saranno mitigati con un investimento di 30 miliardi, annuncia il premier, fondi destinati ai settori produttivi più in difficoltà ma anche alle famiglie e ai più poveri. A questo punto però c’è bisogno di un intervento Ue: qui Draghi si riferisce al piano presentato ieri del REPowerEU (lo ha presentato ieri von der Leyen, qui).
Infine, il ringraziamento alla maggioranza, all’opposizione e al Parlamento tutto, per il sostegno umanitario, finanziario e militare a Kiev.
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/ETTORE FERRARI
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