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Economia

Crisi del gas, cosa succede in caso di allarme. Martedì la riunione del Mite

Marianna Mancini
19 Giugno 2022
Crisi del gas, cosa succede in caso di allarme. Martedì la riunione del Mite
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La prossima settimana una valutazione del Mite, che comunque esclude lo stato d’emergenza, potrebbe determinare lo scatto di livello di rischio nell’approvvigionamento di gas Anche oggi Eni ha fatto sapere […]

Roberto Cingolani, ministro della transizione ecologica, durante il question time al Senato, Roma 16 giugno 2022.
ANSA/FABIO FRUSTACI

La prossima settimana una valutazione del Mite, che comunque esclude lo stato d’emergenza, potrebbe determinare lo scatto di livello di rischio nell’approvvigionamento di gas

Anche oggi Eni ha fatto sapere che le forniture di Gazprom saranno ridotte rispetto a quanto richiesto. Ieri l’ad della società Descalzi aveva rassicurato sul gas, garantendo che l’offerta al momento è ancora superiore alla domanda.

Nonostante questo il taglio delle forniture è sotto stretto monitoraggio; se le restrizioni dovessero andare avanti anche la prossima settimana, il livello di crisi del sistema gasiero nazionale potrebbe alzarsi da “preallarme” ad “allarme”. A stabilirlo sarà una valutazione prevista per la prossima settimana dal Ministero della Transizione Ecologica.

In particolare, il Mite ha fatto sapere che il comitato si riunirà martedì; al consesso prendono parte tecnici del Ministero, di Arera e imprese di trasporto e stoccaggio tra cui Snam e Terna. A questo primo incontro ne seguirà un altro, forse già mercoledì, con il ministro Cingolani e le società fornitrici di gas tra cui Eni ed Enel.

Lo scatto di livello ad ogni modo non dovrebbe preoccupare dato che non comporterebbe l’applicazione di misure restrittive o eccezionali, previste solo in caso di stato di emergenza, al momento ancora improbabile. Fra queste misure rientrano ad esempio i tagli di forniture alle centrali elettriche e alle industrie e l’istituzione di soglie di temperature per le cadaie.

In caso di allerta, come precisa un decreto del Mise del 18 dicembre 2019, non sarà attivata “alcuna misura non di mercato, essendo demandate agli operatori le azioni di mercato più opportune a permettere il ripristino tempestivo di una situazione di normalità“.

L’unico provvedimento che potrebbe essere preso nello stato di allerta sarebbe dunque una richiesta del Mite a Snam di far valere il suo contratto di fornitura nei confronti delle industrie invitandole a ridurre volontariamente i loro consumi.

Oltre a ciò i gruppi, Eni su tutti, dovranno garantire una serie di operazioni quali “aumento delle importazioni, utilizzando la flessibilità dei contratti in essere; riduzione della domanda di gas derivante da contratti interrompibili di natura commerciale; impiego di combustibili di sostituzione alternativi negli impianti industriali“.

Proprio Snam, il principale trasportatore di metano nel paese, fa sapere che nelle sue previsioni di flussi commerciali al momento l’Italia ha una richiesta giornaliera di gas pari a 155 milioni di metri cubi, con una disponibilità attuale di 195 milioni.

Il sistema dunque non dovrebbe crollare, come ha sostenuto Descalzi che, pur ammettendo che “se dovessero tagliare adesso non saremmo pronti“, ricorda che “gli stoccaggi sono già al 54%, dovremmo forzare ulteriormente l’arrivo di gas da altri paesi e ci sarà probabilmente uno stato di allerta e qualche restrizione, ma comunque abbiamo una diversificazione che ci farà passare l’inverno. Questo è sicuro“.

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