
La rivalutazione delle pensioni si calcola in base all’inflazione del 2022, che ha visto un’impennata
Nel 2023 le pensioni saranno riviste e aumentate per l’adeguamento al tasso di inflazione. Una rivalutazione che costerebbe tra i 10 e il 12 miliardi di euro all’Inps.
La rivalutazione delle pensioni dipende da inflazione e aumento dei prezzi che, per gli importi del 2023 si valuta in base al tasso di inflazione 2022. Il tasso non è ancora noto, ma nel 2021 l’inflazione era stimata all’1,9%, mentre dalle prime stime della Bce quest’anno raggiungerebbe il 6,8%.
Per adeguare l’importo dell’assegno i costi per Inps potrebbero essere troppo impattanti e si parla di una possibile riformulazione degli importi pensionistici. A pesare sull’aumento delle pensioni di gennaio 2023 ci sarà anche il conguaglio sull’inflazione del 2021 (le previsioni erano dell’1,7% ma è cresciuto all’1,9%).
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera “con un alto tasso di inflazione si va a rivalutare il montante contributivo. Con inevitabili effetti positivi sulle pensioni che verranno” e una pensione di circa 1000 euro potrebbe crescere di circa 68 euro mensili, una di 2000 euro vedrebbe un aumento di circa 136 euro mensili. Aumenti che dovrebbero riguardare anche le pensioni di invalidità civile o l’assegno sociale.