
Nel secondo trimestre del 2022 risultano installati 30.704 punti di ricarica
Cresce il mercato elettriche in Italia: nel II trimestre si è registrata una crescita record delle colonnine di ricarica. Al 31 giugno 2022 nel Paese risultano installati 30.704 punti di ricarica in 15.674 infrastrutture di ricarica (o colonnine) e 12.410 location accessibili al pubblico. È quanto emerge dalla rilevazione trimestrale di Motus-E, associazione che raggruppa tutti gli stakeholders della mobilità elettrica.
Negli ultimi tre mesi è stato rilevata un’importante accelerazione del tasso di crescita rispetto ai trimestri precedenti, con +2.847 punti di ricarica rispetto a marzo 2022, quando si contavano 27.857 punti in 14.311 infrastrutture. Rispetto allo stesso mese dello stesso anno, la crescita è di 7.429 punti di ricarica, pari al +32%.
Nonostante questo circa l’11,5% delle infrastrutture installate risulta attualmente non utilizzabile dagli utenti perché non è stato ultimato il collegamento alla rete elettrica da parte del distributore di energia o per altre esigenze autorizzative.
L’associazione spiega che il 92% dei punti di ricarica è in corrente alternata (AC), mentre l’8% in corrente continua (DC). Nell’ultimo trimestre sono aumentati soprattutto i punti di ricarica in DC con +46% per i punti di ricarica tra 50 e 150 kW e +38% per i punti di ricarica con potenza superiore ai 150 kW.
Il 57% circa dei punti di ricarica è distribuito nel Nord Italia, il 23% al Centro e il 20% nel Sud e nelle Isole.
«I numeri degli ultimi tre mesi sono positivi, ma possiamo e dobbiamo fare meglio in vista del 2035, quando l’Europa ha fissato lo stop all’immatricolazione di auto a benzina e diesel – spiegano da Motus-E – La crescita delle ricariche in DC è un segnale positivo che non si fermerà ma dovremo sfruttare al meglio anche le risorse del PNRR destinate alle sole città e superstrade. Resta infatti da risolvere la questione dei ritardi delle gare in ambito autostradale, che non beneficeranno dei fondi del PNRR. Bandi di gara che continuano ad essere rimandati e che si attendono da cinque anni su tutte le concessioni senza che l’impasse si sblocchi mentre alcune infrastrutture vengono installate in autostrada su iniziativa di un solo concessionario, ma questo non basta. È il momento di accelerare per garantire al nostro Paese una rete di punti di ricarica capillare su tutto il territorio».