
L’allarme lanciato da Coldiretti riguarda un milione di stagionali che dovrebbero iniziare a raccogliere ciò che è maturato, nonostante caldo e siccità
Si rischia il caos negli uffici e ritardi nell’impiego di un milione di lavoratori stagionali, italiani e stranieri, che operano nelle campagne italiane, da nord a sud, in un momento delicato in cui i raccolti, dai cereali alla vendemmia, dalla frutta alla verdura, sono stati già decimati dalla siccità e dal caldo con danni per 6 miliardi di euro.
E’ l’allarme lanciato dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini (nella foto, a dx) che ha scritto al ministro per le Politiche Agricole Stefano Patuanelli (nella foto, a sx) e al ministro per il Lavoro Andrea Orlando in riferimento alla modifica delle norme sulle assunzioni che amplia, nell’immediato e a dismisura, le informazioni cartacee da trasmettere arrivando quasi a dover riprodurre l’intero contratto collettivo, quando prima bastava consegnare al lavoratore la comunicazione on line con risparmio di carta, tempo, spese e problemi.
«Purtroppo – afferma la Coldiretti – si tratta di una modifica che complica e rallenta proprio nell’imminenza delle grandi campagne di raccolta il lavoro delle aziende già peraltro alle prese con il balzo dei costi per materie prime ed energia per la guerra in Ucraina e con i cambiamenti climatici che, fra caldo africano, siccità e grandine, stanno devastando le produzioni agricole con cali produttivi del 45% per il mais e i foraggi che servono all’alimentazione degli animali, del 20% per il latte nelle stalle, del 30% per il frumento duro per la pasta di oltre 1/5 delle produzione di frumento tenero, del 30% del riso, meno 15% frutta ustionata da temperature di 40 gradi, meno 20% cozze e vongole uccise dalla mancanza di ricambio idrico nel Delta del Po, dove si allargano le zone di ‘acqua morta’, assalti di insetti e cavallette con decine di migliaia di ettari devastati».