
Inducono all’ottimismo i dati macro sull’economia Usa diffusi oggi. L’andamento dell’attività manifatturiera di New York è negativo ma meno del previsto. Male, invece, Philadelphia
Ad agosto, i prezzi all’importazione negli Stati Uniti sono diminuiti dell’1% rispetto al mese precedente, secondo quanto comunicato dal dipartimento del Lavoro, a ulteriore conferma del rallentamento dell’inflazione; le attese erano per un calo dell’1,2%. Si è trattato del secondo calo consecutivo, i primi dal dicembre 2021, grazie al calo del prezzo del petrolio.
Il dato di luglio è stato rivisto da -1,4% a -1,5%. Rispetto a un anno prima, registrato un +7,8%, l’aumento minore da quello registrato tra il marzo 2020 e il marzo 2021, dopo il +8,7% di luglio.
Ad agosto, i prezzi del petrolio importato sono diminuiti del 7,1% rispetto a luglio, quelli della benzina sono calati del 6,8%. Se si esclude questa componente, i prezzi all’importazione sono diminuiti dello 0,2% su base mensile, quarto calo consecutivo (a maggio, registrato il primo calo dal 2020). I prezzi all’esportazione sono diminuiti dell’1,6%, dopo il -3,7% del mese precedente.
Le vendite al dettaglio, ad agosto, sono aumentate dello 0,3% rispetto a luglio a 683,3 miliardi di dollari, dopo il -0,4% del mese precedente (rivisto dall’iniziale +0,0%), secondo quanto reso noto dal dipartimento del Commercio; le attese erano per un dato invariato. Rispetto a un anno prima, registrato un +9,1%. Escludendo le vendite di veicoli, il dato e’ diminuito dello 0,3% rispetto al mese precedente; escludendo veicoli e carburanti, il dato ha registrato un rialzo dello 0,3%. Le vendite tra giugno e agosto sono aumentate del 9,3% rispetto allo stesso periodo del 2021.
Per quanto riguarda le attività manifatturiere, a settembre, l’indice Empire State – che misura l’andamento nell’area di New York – ha fatto segnare un altro dato negativo, il quarto negli ultimi cinque mesi, ma migliore delle attese.
Secondo i dati comunicati dalla Federal Reserve di New York, l’indice è salito da -31,3 a -1,5 punti, contro attese per -13,8 punti. Un dato sopra lo zero indica un’attività in espansione; sotto lo zero, indica un’attività in contrazione. Nel maggio del 2020, c’era stato un crollo a -48,5 punti, a causa della crisi provocata dalla pandemia di coronavirus.
Nello stesso periodo, le condizioni nell’area di Philadelphia sono peggiorate, tornando in territorio negativo. L’indice calcolato dalla Federal Reserve di Philadelphia è sceso da 6,2 a -9,9 punti, contro attese per un +2,3; si è trattato del terzo dato in negativo negli ultimi quattro mesi. Il dato sull’occupazione è passato da 24,1 a 12, quello sui nuovi ordini da -4,6 a -17,6, quello sui prezzi pagati e’ sceso di 14 punti a 29,8.