
Emerge dalla Nota “Il mercato del lavoro: dati e analisi” del mese di settembre 2022, redatta con il ministero del Lavoro e l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro
Nei primi 8 mesi dell’anno, da gennaio ad agosto 2022, sono state create, al netto dei fattori stagionali, circa 300.000 posizioni lavorative alle dipendenze nel settore privato non agricolo.
Nel periodo estivo, tuttavia, la dinamica dell’occupazione dipendente ha marcatamente rallentato: i nuovi posti di lavoro sono stati meno della metà di quelli registrati nel bimestre maggio-giugno. Tra luglio e agosto, infatti, sono stati registrati quasi 35.000 nuovi posti di lavoro, meno della metà degli oltre 80.000 del bimestre precedente (100.000 nel periodo marzo-aprile).
Emerge dalla Nota “Il mercato del lavoro: dati e analisi” del mese di settembre 2022, redatta congiuntamente dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali, dalla Banca d’Italia e dall’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (Anpal).
Nei mesi estivi la domanda di lavoro si è indebolita nei comparti industriali a maggiore intensità energetica e si è quasi arrestata nelle costruzioni. Dopo la forte espansione dei mesi primaverili, anche commercio e turismo hanno mostrato segnali di rallentamento.
Nella manifattura, indica la Nota, si è osservata un’ampia eterogeneità, determinata anche dai differenti effetti settoriali dei rincari dell’energia. Nel 2022 i dieci comparti a maggiore intensità energetica, individuati sulla base del rapporto tra consumo di energia e valore aggiunto, hanno mostrato un significativo rallentamento.
In estate ha decelerato soprattutto il settore alimentare, penalizzato tra l’altro dalle difficoltà negli approvvigionamenti delle materie prime. La domanda di lavoro ha rallentato marcatamente anche nelle costruzioni, confermando i dati dell’Istat circa la riduzione del tasso di posti vacanti in atto dal secondo trimestre del 2022.
Nell’ultimo bimestre i servizi hanno risentito invece dell’attenuazione della dinamica del commercio e del turismo, che ha seguito la forte espansione dei mesi primaverili. In calo il lavoro a termine, secondo i dati diffusi da Bankitalia, ministero del Lavoro e Anpal.
A luglio e agosto sono diminuiti i posti di lavoro a termine mentre è proseguito l’aumento di quelli a tempo indeterminato, sostenuti anche dal numero di trasformazioni di posizioni temporanee in permanenti. I contratti a tempo determinato, che sono maggiormente sensibili alle condizioni cicliche, infatti, hanno registrato da giugno un saldo negativo; dall’inizio del 2022 hanno contribuito solo per un quinto all’aumento dell’occupazione regolare, rispetto al 70% nei primi otto mesi del 2021.
Al contrario, è proseguita la crescita dell’occupazione a tempo indeterminato, che ha beneficiato anche delle numerose trasformazioni di contratti gia’ in essere. E’ rimasto negativo il contributo dell’apprendistato.
La Nota evidenzia, poi, una frenata dell’occupazione maschile. Il rallentamento del mercato del lavoro nell’ultimo bimestre ha interessato entrambi i generi, si legge, risentendo della decelerazione dei servizi e, soprattutto per la componente maschile, di quella delle costruzioni.
A livello territoriale, tra luglio e agosto la crescita si è concentrata esclusivamente nel Centro Nord mentre nel Mezzogiorno, esaurita la spinta del comparto edile e del turismo, la fase di espansione dell’occupazione si e’ interrotta. Come nella media italiana, nelle regioni meridionali il lavoro a termine ha avuto un saldo negativo nei mesi estivi; le assunzioni a tempo indeterminato sono diminuite mantenendosi, contrariamente al resto del Paese, nettamente al di sotto dei livelli pre-pandemici.
In estate, segnala la Nota, è proseguita la diminuzione del numero di disoccupati amministrativi in corso dal 2021 misurato dalle Dichiarazioni di immediata disponibilità al lavoro (DID).
Nei primi sette mesi del 2022 le uscite dalla disoccupazione sono lievemente aumentate tra le donne mentre sono diminuite tra gli uomini, presumibilmente anche a causa della flessione della domanda di lavoro nelle costruzioni, settore tipicamente a prevalenza maschile. Il numero di donne uscite dalla disoccupazione dopo aver trovato un impiego è lievemente aumentato; quello degli uomini è sceso di quasi il 9 per cento.
Si è intensificato al contempo il flusso di nuove DID rilasciate da persone disponibili a lavorare (quasi 113.000 in media ogni mese dall’inizio del 2022, da 100.000 dell’anno precedente) con andamenti simili per entrambi i generi.
Confermando la tendenza a un allungamento della durata dei contratti, il rapporto tra i reingressi nello stato di disoccupato dopo un impiego non superiore a sei mesi e le uscite verso l’occupazione nel semestre precedente si è stabilizzato sui livelli del 2019.
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