
La paura di una recessione ha spinto il petrolio Wti ai minimi da gennaio, mentre il dollaro, spinto dal calo della sterlina dovuto al taglio delle tasse nel Regno Unito, è ai massimi dal 2002
Ultima seduta prima delle elezioni pesantemente negativa per la Borsa di Milano, il peggiore tra i principali mercati azionari in Europa, dove comunque tutti i listini sono scivolati: l’indice Ftse Mib ha chiuso in ribasso del 3,3% a 21.066 punti, sui minimi della giornata.
Il Dax 30 di Francoforte cede l’1,98% a 12.282,99 punti, il Cac 40 di Parigi il 2,28% a 5.783,41 punti e il Ftse 100 di Londra l’2,01% a 7.015,50 punti. In deciso calo anche l’Ibex 35 di Madrid che arretra del 2,41% a 7.587,22 punti e l’Aex di Amsterdam del 2,7% a 639,28 punti.
Con la performance odierna l’azionario europeo (indice Stoxx600) e anche Milano sono entrati nel cosiddetto “Orso” essendo arretrati di oltre il 20% rispetto ai picchi di inizio 2022.
A fine seduta, il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005494239) e il pari scadenza tedesco è indicato a 233 punti base, in netto aumento rispetto ai 221 punti dell’ultimo riferimento. In deciso aumento anche il rendimento del BTp decennale benchmark che ha segnato un’ultima posizione al 4,36%, lievemente sopra il 4,35% segnato ad ottobre 2013 (4,19% il closing di ieri).
E oltreoceano, la paura che la Federal Reserve abbia intrapreso un percorso troppo aggressivo sul rialzo dei tassi d’interesse per contrastare l’inflazione ha ormai contagiato i mercati. Gli indici di Wall Street, che vanno verso un pesante rosso settimanale, stanno vivendo un’altra seduta in deciso calo: il Dow perde 423,70 punti (-1,41%) a 29.652,98, lo S&P 500 cede 64,25 punti (-1,71%) a 3.693,74, il Nasdaq Composite è in calo di 202,19 (-1,83%) a 10.864,62.
Il timore è che la Fed stia portando gli Stati Uniti verso una recessione: i banchieri, nel grafico dot plot che rappresenta le loro previsioni, credono che il Pil crescerà nel 2022 solo dello 0,2%, contro l’1,7% della precedente stima.
La paura di una recessione, intanto, ha spinto il petrolio Wti ai minimi da gennaio, mentre il dollaro, spinto dal calo della sterlina dovuto al taglio delle tasse nel Regno Unito, è ai massimi dal 2002. L’indice che misura la forza del dollaro contro sei delle maggiori valute estere ha toccato i 112,427 punti, il massimo dal 28 maggio 2002: l’euro cede l’1,23% a 0,9717 dollari, la sterlina perde il 2,76% a 1,0943 dollari. Sempre più in calo il Wti: ora cede il 6,23% a 78,29 dollari al barile. Giù anche il gas naturale in Europa a 180,5 euro al megawattora (-3,7%).
Sul listino milanese, brusco scivolone di Tenaris (-8,3%) anche sulla debolezza del petrolio, male Leonardo (-6%) con Eni e Intesa, che hanno ceduto entrambi il 4,7%. Ha provato a tenere Atlantia, limato dello 0,3%.