
L’Fmi vede nero per la crescita mondiale e gli indici europei, già fiaccati da inflazione, caro energia e guerra, chiudono sui minimi ormai da due anni
Chiusura negativa per le principali borse europee: Piazza Affari perde lo 0,86% con il Ftse Mib a 20.733 punti. Francoforte termina la giornata a -0,44%, Parigi segna -0,13% e Londra -1,02%.
L’Fmi vede nero per la crescita mondiale e gli indici europei, già fiaccati da inflazione, caro energia e guerra, chiudono sui minimi ormai da due anni. A mandare in ansia i mercati c’è anche l’attesa per i verbali della Fed (domani) e l’inflazione Usa (giovedì) dai quali si attendono indicazioni sui futuri rialzi dei tassi d’interesse. Non solo, il timore degli investitori è che gli effetti dell’inflazione e i venti di recessione possano già far sentire i loro effetti sulle trimestrali dei big Usa, la cui pubblicazione inizierà a stretto giro.
Le stime del Fondo monetario internazionale, in fondo, parlano chiaro: la crisi energetica? Nel 2023 sarà peggio, l’inflazione rimarrà elevata più del previsto (+9,5% a fine anno), con Italia e Germania le prime a finire in recessione, mentre calano le attese sul Pil mondiale (+2,7% l’anno prossimo). Senza contare la crisi sul fronte russo-ucraino, con i missili di Mosca caduti a pochi passi dai palazzi del governo di Kiev e il nuovo attacco a Zaporizhzhia nella notte, e il nuovo balzo dei contagi da Covid in Cina.
La peggiore a fine seduta è la Borsa di Milano. A pagare il conto più salato sono utility (Hera -3,5%), tech (St -3,1%) e tlc, con Tim (-3%) alle prese con la richiesta di rinvio da parte di Cdp sul termine ultimo per un’offerta sulla rete unica. Giù i titoli bancari e anche quelli petroliferi (Eni -1,8%) per i dubbi sulla domanda globale di energia, che fiaccano il greggio. In controtendenza Campari (+1,7%) e Ferrari (+1,2%). Rimbalza Mps (+3,4%) sull’ottimismo per l’avvio dell’aumento di capitale.
Chiusura in rialzo per lo spread tra BTp e Bund. A fine seduta il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005494239) e il pari scadenza tedesco è indicato a 239 punti base dai 232 punti della chiusura di venerdì. Stabile, invece, il rendimento del BTp decennale benchmark che ha segnato un’ultima posizione al 4,69%, invariato rispetto al riferimento della vigilia.
Sul fronte dei cambi, l’euro recupera sul biglietto verde e passa di mano a 0,9724 dollari (da 0,9797 ieri in chiusura). Vale anche 141,68 yen (141,92). Il cambio dollaro/yen è a 145,68. I contratti del gas scambiati ad Amsterdam sono piatti verso fine seduta a 154,5 euro al MWh. Debole, infine, il petrolio con il Wti di novembre in calo a 89,6 dollari (-1,7%) e il Brent di dicembre a 94,7 dollari (-1,6 per cento).