
I giovani nati tra 1997 e 2012 sono il target preferito di hacker e phishing
La Generazione Z (la generazione dei nativi digitali nati a cavallo tra 1997 e 2012) è il bersaglio più colpito da hackers e cyber attacchi. Secondo i dati divulgati in occasione del Europea Cyber Security Month su 10 milioni di italiani che in quest’anno hanno subito un attacco informatico il 32% apparteneva a questa fascia d’età. Seguono poi i Millennials (dal 1981 al 1996, 31%) la Generazione X (nati tra il ’65 e il 1980,22%) e i Baby Boomers (nati tra il ’46 e il ’64, 11%). Le ragioni? Intanto statisticamente le truffe online tendono a colpire strumenti digitali in cui Generazione Z e Millenials sono particolarmente presenti: social network e servizi di messaggistica istantanea. Inoltre, dal decollo dell’industria del gaming (che oggi si attesta come uno dei maggiori settori di entertainment) molti degli attacchi informatici hanno iniziato a colpire proprio i gamer, un target piuttosto giovane.
Un’altra minaccia più trasversale è il phishing: una truffa digitale, in cui si cerca di ingannare la vittima spingendola ad effettuare operazioni per il recupero di dati personali come username, password o altri dati riservati. I “travestimenti” sono molteplici: la banca che minaccia di sospendere il conto, un pacco magari effettivamente atteso che risulta bloccato, fino a mail di presunte forze dell’ordine che minacciano sanzioni per presunti reati informatici e invitano a effettuare un log in o a cliccare su un link.
Come tutelarsi? Anzitutto controllare sempre il mittente della mail: polizia postale ed altri enti scrivono sempre mail a partire dal proprio dominio. Verificare poi se i link contenuti nel messaggio sono sicuri: a volte i link rimandano a pagine molto simili alle originali; per scoprire il tranello basta avvicinare il puntatore del mouse al link stesso per controllare l’url, in basso alla sinistra del browser. Infine, occhio alla grammatica: anche se i messaggi diventano sempre più accurati, molti hacker sembrano mancare delle più elementari basi della sintassi. Una costruzione sbagliata o un errore di ortografia devono metter l’utente in allarme. E se ormai il danno è fatto, bisogna cambiare subito la password.