
Il magnate non vuole pagare i premi ai dipendenti, ordinati nuovi licenziamenti
Pessimo inizio sotto il profilo dei diritti dei lavoratori per la nuova dirigenza di Elon Musk alle redini del social Twitter. Il miliardario ha infatti avviato tagli alla forza lavoro nella società dei cinguettii, chiedendo ad alcuni manager di stilare un elenco – una sorta di ‘lista di proscritti’- dei dipendenti che possono essere rimossi.
Lo riporta il New York Time citando alcune fonti; le riduzioni saranno effettive da prima dell’1 novembre, una data troppo vicina a determinati eventi per non fare a pensare che dietro alla ghigliottina di Musk si nascondano interessi economici. Si tratta infatti del giorno in cui i dipendenti dovrebbero ricevere i loro premi in azioni nell’ambito del loro compenso. Una loro rimozione prima della scadenza consentirebbe a Musk di evitare il pagamento dei premi. non è noto quanti lavoratori saranno coinvolti ma secondo le fonti determinati settori saranno più colpiti di altri. Al momento la forza lavoro della società conta circa 7.500 dipendenti; il taglio nelle ipotesi delle fonti potrebbe interessare il 30% in alcuni dipartimenti. Il patron di Tesla ha assicurato che non saranno dell’ordine del 75% della forza lavoro come indicato dalle indiscrezioni in circolazione, ma le rassicurazioni non sono bastate a placare il nervosismo fra i dipendenti soprattutto dopo le prime mosse di Musk che, appena giunto alla guida, ha cacciato il cda pre esistente.
Ma non è l’unica polemica a cui deve rispondere Musk.Lo scetticismo nei suoi confronti è galoppante dopo che si è definito un “assolutista della libertà di parola” e ha aperto alla possibilità di far tornare sulla piattaforma gli esclusi eccellenti, fra i quali Donald Trump. A mettere in guardia Musk sulla possibile ondata di discorsi d’odio e razzisti sulla piattaforma è intervenuto anche la star del basket LeBron James. «Non conosco Elon Musk – ha dichiarato- e non mi interessa chi controlla Twitter. Mi auguro comunque prenda seriamente sul serio questo trend». Il riferimento è al dilagare della ‘N-word’, ovvero il ‘nigger’ dispregiativo per definire un afroamericano.