
L’agenzia condannata in appello a riconoscergli una rendita; aveva usato lo smartphone per 13 anni
Usava il telefono cellulare almeno due ore e mezza, tutti i giorni, per 13 anni; per questo un ex tecnico specializzato dell’Acciai Speciali Cogne si era, secondo i referti medici, ammalato di neurinoma acustico, un tumore benigno che colpisce un nervo dell’orecchio. Ora l’Inail è stata condannata anche in appello a riconoscergli una rendita professionale di invalidità per essersi infortunato in ambito lavorativo.
La sentenza, pronunciata il 2 novembre, riguarda un’uomo di 63 anni residente ad Aosta che si è rivolto allo studio legale torinese Ambrosio e Commodo dopo che l’Inail aveva rigettato la sua istanza di indennizzo. Alla base della sua rivendicazione il nesso di causalità tra l’uso del cellulare prolungato per motivi lavorativi e la malattia riscontrata; da qui il doppio verdetto, a suo favore, prima del tribunale di Aosta e ora della Corte d’Appello. Si tratta del secondo caso legale di questo tipo al mondo: alcuni anni fa, sempre la corte d’Appello di Torino, aveva dato ragione a Roberto Romeo, ex dipendente di Telecom Italia, assistito tra l’altro dallo stesso studio legale, e gli aveva riconosciuto un risarcimento per la prolungata esposizione alle frequenze emesse dallo smartophone.