
L’Ufficio del rappresentante del commercio degli Stati Uniti ha comunque già segnalato la volontà di ignorare il pronunciamento arbitrale
Una commissione arbitrale dell’Organizzazione mondiale del commercio (Oms) ha stabilito che la decisione degli Stati Uniti di etichettare i prodotti provenienti da Hong Kong come “fabbricati in Cina” violi i regolamenti dell’Organizzazione.
Gli Stati Uniti avevano adottato il provvedimento in risposta al soffocamento delle proteste pro-democrazia verificatesi a Hong Kong tra il 2019 e il 2020. La commissione ha però respinto la posizione di Washington secondo cui tale misura risponderebbe agli “interessi di sicurezza essenziali” degli Stati Uniti.
Gli Usa potrebbero appellarsi al pronunciamento, ma la corte d’appello dell’Oms è attualmente inattiva, dal momento che proprio gli Stati Uniti hanno bloccato la nomina di nuovi membri, accusandola di eccedere al suo mandato.
L’Ufficio del rappresentante del commercio degli Stati Uniti ha comunque segnalato ieri la volontà di ignorare il pronunciamento arbitrale: in una nota, l’Ufficio afferma che “gli Stati Uniti non intendono rimuovere il requisito di etichettatura a seguito di questo rapporto, e non cederanno all’Omc il loro giudizio e le procedure decisionali in merito alle questioni di sicurezza essenziali”.