
Il primo gennaio 2023 è scaduto il taglio sulle accise, portando il prezzo nazionale medio della verde a 1,625 euro al litro
Si è sbloccato ieri uno dei rincari più temuti dagli automobilisti a gennaio: con la scadenza del taglio delle accise, non prorogato dal Governo, torna infatti a crescere il prezzo della benzina insieme a quello dei pedaggi autostradali. Secondo le stime del Ministero dell’Ambiente oggi il prezzo medio nazionale della verde si attesta sui 1,625 euro al litro, dato minimo dal giugno 2021. Meno significativa la riduzione del diesel a 1,689 euro, dunque al minimo dal 31 gennaio 2022.
Fino a dicembre l’intervento del Governo aveva garantito una riduzione complessiva di 30,5 centesimi; nell’ultimo mese dell’anno il dl Aiuti quater aveva prorogato il taglio, riducendolo però a 18,3 centesimi. Tuttavia il calo contestuale dei prezzi ha portato anche alla riduzione dell’extragettito che aveva consentito i tagli alle accise.
Per quanto riguarda i pedaggi autostradali, per la prima volta dal 2018 quando il crollo del Ponte Morandi aveva congelato i prezzi si temono i primi aumenti in questo 2023. Il Ministero dei Trasporti ha infatti reso noto un aumento del 2% dei pedaggi per quanto riguarda le arterie di competenza di Autostrade per l’Italia e preannuncia un ulteriore aumento dell’1,34% dal primo luglio 2023.
Il ministro Salvini ha commentato la notizia precisando che è stato scongiurato un aumento che sfiorava il 5% e che in Italia l’incremento sulle tratte interessate “è inferiore all’inflazione“.
Il Mit sta passando al vaglio un’eventuale riduzione per le tratte autostradali A24/A25 Roma-L’Aquila Teramo e Diramazione Torano Pescara, per i quali al momento è stato congelato l’aumento.