
I buoni dati sul lavoro Usa e le riaperture cinesi hanno dato fiato a tutti i mercati, compresi quelli europei
Si allunga la serie positiva delle Borse europee che toccano i massimi da febbraio 2022: i segnali positivi in chiave Fed arrivati dalle statistiche sui salari negli Usa e le riaperture in Cina, che hanno fatto correre Hong Kong e i titoli tecnologici insieme al petrolio, hanno spinto i listini azionari del Vecchio Continente nella prima seduta settimanale.
Piazza Affari, dopo il +6,2% dell’ultima ottava, ha guadagnato un altro 0,8% mentre hanno registrato performance anche migliori Amsterdam (+1,6%) e Francoforte(+1,2%).
A Milano spicca St (+5,2%) grazie all’effervescenza dei tecnologici sia in Asia sia sul Nasdaq. Ancora brillante Tim (+5,5%) col mercato in crescente attesa di novità sul fronte delle mosse di Cdp per il riassetto del gruppo.
In evidenza i petroliferi (Saipem su tutti) grazie all’andamento del greggio, mentre un report di Morgan Stanley pesa sulle performance di diverse utility (-1,6% Erg). Balzo di Mps (+11,7%) dopo le dichiarazioni del ceo Lovaglio al Sole 24 Ore sul percorso di risanamento e sul futuro del gruppo bancario. Exploit di Saes Getters (+24%) grazie alla maxi plusvalenza realizzata con la cessione del business del nitinol.
Sul mercato valutario generalizzata frenata del dollaro americano che perde un punto percentuale nei confronti dell’euro e della sterlina: la moneta unica è ai massimi da sette mesi a 1,075 dollari per un euro (1,0599 venerdì sera), mentre il cambio tra sterlina e dollaro è al top da tre settimane a 1,22. Dollaro/yen a 131,69 (132,49). Euro/yen a 141,54 (da 140,44).
L’effetto Cina si fa sentire anche sul recupero del prezzo del petrolio scambiato a 80,3 dollari al barile a Londra (scadenza marzo del Brent) e a 75,4 dollari al barile a New York (scadenza febbraio del Wti). Gas di nuovo vicino ai 74 euro al megawattora (+6%) ad Amsterdam.