
Nonostante le dichiarazioni di Fed e Bce su ulteriori aumenti di tassi, i mercati europei chiusono di poco sotto la parità. A Milano bene i bancari
Nonostante i ribassi a Wall Street e le preoccupazioni per una Federal Reserve potenzialmente ancora più aggressiva del previsto, le Borse europee non si sono fatte spaventare troppo e hanno chiuso poco sotto la parità. Milano -0,37%, comunque chiudendo la settimana in aumento di circa 2 punti, Parigi -0,25%, Francoforte -0,33%, Madrid sulla parità, Amsterdam -0,86% e Londra -0,1%, appena sotto il massimo storico toccato ieri.
Gli investitori hanno provato a superare lo shock iniziale, che nella prima parte della seduta aveva innescato ribassi molto più marcati: alcuni “falchi” della Fed hanno auspicato un giro di vite sui tassi più aspro di quello al momento previsto per combattere l’inflazione. Anche in Europa la Bce dovrebbe procedere con una politica monetaria decisamente restrittiva.
Sul fronte energetico, il gas naturale negli ultimi minuti viaggia in calo del 6,7% a 48,49 euro al megawattora, sotto la soglia dei 50 euro per la prima volta dall’autunno 2021. Sul valutario, l’euro si indebolisce sul biglietto verde: vale 1,0661 dollari (1,0624 in avvio, da 1,0673 ieri in chiusura). Il cross euro/yen è a 143,26 (143,44 in apertura, da 143,21) e quello dollaro/yen a 134,365 (135 in avvio, da 134,19). Infine, lo spread ha chiuso stabile a 185 punti, con il rendimento decennale in calo al 4,31%, dal 4,47% toccato in avvio e il 4,33% del closing precedente.
Per quanto riguarda i titoli, a Piazza Affari la migliore è stata Bper (+4,41%), dopo che KBW ha alzato la valutazione a “outperform”, per altro esprimendo giudizi positivi anche su altre banche, in particolare Banco Bpm (+0,89%), Unicredit (+0,68%) e Intesa Sanpaolo (+0,53%).
Nel finale hanno accelerato anche Tim (+2,52%, già positiva in attesa delle mosse di Cdp) e Cnh Industrial (+1,37%): la prima è stata spinta da un report positivo di Fitch Ratings e la seconda si è messa in scia dell’americana Deere (+6,5% a Wall Street dopo conti e outlook positivi).
In coda i petroliferi, con il tonfo del greggio sul timore di rallentamento della domanda e con l’aumento superiore alle previsioni delle scorte americane (-3,27% il Wti marzo a 75,92 dollari al barile e -2,6% il Brent aprile a 82,95 dollari). In particolare, Eni -2,81% e Tenaris -4,79%, per altro colpita da prese di beneficio dopo il rally della vigilia.