
Da uno studio effettuato dall’Enea risulta che chi lavora in smart working evita di inquinare e risparmia tempo e carburante
Mentre i futures sulle emissioni di carbonio registrano una lieve flessione fermandosi a 94 euro la tonnellata dopo aver superato quota 100, uno studio dell’Enea evidenzia come lo smart working possa dare una mano all’ambiente limitando le emissioni nocive.
Ma procediamo con ordine. Come detto i futures sulle emissioni di carbonio all’interno dell’Unione hanno toccato quota 94 euro, un trend che negli ultimi 5 anni è andato quintuplicandosi e che potrebbe continuare sulla stessa strada per il prossimo futuro. Infatti il calo del gas potrebbe favorire un aumento dell’attività industriale che, in ultima istanza, potrebbe favorire l’immissione di nuove sostanze tossiche e, quindi, il conseguente sfruttamento dei certificati compensativi.
Intanto, dall’Enea, uno studio sull’impatto ambientale dello smart working a Roma, Torino, Bologna e Trento nel quadriennio 2015-2018 certifica che grazie allo smart working ogni lavoratore avrebbe potuto evitare di immettere nell’ambiente, in media 600 chilogrammi di anidride carbonica all’anno (-40%), risparmiare tempo (circa 150 ore) e carburante (260 litri di benzina o 237 litri di gasolio).
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