
L’obiettivo è ostacolare l’industria cinese della produzione di chip e rallentarne l’avanzata soprattutto in ambito militare
I Paesi Bassi limitano le esportazioni di tecnologia per i microchip alla Cina. Il ministro del Commercio olandese, Liesje Schreinemacher, ha annunciato la decisione sulle restrizioni in una lettera al Parlamento, affermando che le stesse saranno introdotte prima dell’estate. La sua lettera non nomina la Cina, un importante partner commerciale olandese, né Asml Holding, la più grande azienda tecnologica europea e uno dei principali fornitori di produttori di semiconduttori, ma entrambi saranno interessati.
L’annuncio rappresenta la prima mossa concreta degli olandesi di allineamento alle sollecitazioni di Washington volte a ostacolare l’industria cinese della produzione di chip e rallentarne l’avanzata soprattutto in ambito militare. Pechino ha già presentato un reclamo formale contro la misura, dichiarando di sperare che i Paesi Bassi non “seguano l’abuso delle misure di controllo delle esportazioni da parte di alcuni Paesi“. Il riferimento è chiaramente agli Usa, definiti dalla Cina una “egemonia tecnologica“.
I semiconduttori, che alimentano qualsiasi cosa, dai telefoni cellulari all’hardware militare, sono al centro di un’aspra disputa tra Stati Uniti e Cina da ormai diverso tempo. Ad ottobre 2022 Washington ha imposto ampie restrizioni all’esportazione di strumenti americani per la produzione di chip in Cina, ma affinché le restrizioni siano efficaci è necessario che altre società fornitrici nei Paesi Bassi e in Giappone siano allineate alla politica Usa. E pare che questo stia avvenendo.
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