
Forza Italia: “con Lega e FdI uniti per il no”. Il ministro Pichetto: “testo insoddisfacente, non considera il contesto italiano”. Ok anche alla revisione del regolamento sulla condivisione degli impegni nella lotta al cambiamento climatico
Luce verde dell’Eurocamera alla cosiddetta direttiva sulle case green per l’efficienza energetica degli edifici in tutta Europa. 343 sono stati i voti a favore, 216 quelli contrari mentre 78 gli astenuti.
Ma si alza subito il muro del centrodestra, con il capodelegazione di Forza Italia al Parlamento europeo Fulvio Martusciello che, a pochi minuti dal voto della Plenaria, avverte: «è un motivo di orgoglio per Forza Italia che si vada creando una maggioranza in Aula che possa stoppare la cosiddetta direttiva green sulla casa, che noi riteniamo, come ha detto Silvio Berlusconi, fortemente dannosa per il bene sacro degli italiani, che è la casa. Tutti i gruppi sono divisi al loro interno e mi fa piacere prendere atto che i gruppi del centrodestra italiano seguiranno tutti l’indicazione del rpesidente Berlusconi votando questa direttiva».
Qualche settimana fa era arrivata la bocciatura di Salvini che definiva le case green “troppo costose per gli italiani”, mentre l’Ance aveva lanciato l’allarme sulla poco attuale conformità degli edifici italiani alla direttiva europea.
Insoddisfatto anche il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che ha detto: «la direttiva sulle Case Green approvata in Parlamento europeo è insoddisfacente per l’Italia. Anche nel Trilogo, come fatto fino a oggi, continueremo a batterci a difesa dell’interesse nazionale. Non mettiamo in discussione gli obiettivi ambientali di decarbonizzazione e di riqualificazione del patrimonio edilizio, che restano fondamentali. Manca però in questo testo – osserva Pichetto – una seria presa inconsiderazione del contesto italiano, diverso da quello di altriPaesi europei per questioni storiche, di conformazione geografica, oltre che di una radicata visione della casa come ‘bene rifugio’ delle famiglie italiane».
E’ arrivato dall’Eurocamera anche l’ok alla revisione del regolamento sulla condivisione degli impegni nella lotta al cambiamento climatico che prevede un livello massimo consentito di emissioni di gas serra negli Stati membri da trasporti, edifici e agricoltura fino al 2030. Il testo approvato oggi con 486 voti favorevoli, 132 contrari e 10 astensioni stabilisce riduzioni annuali vincolanti per le emissioni di gas a effetto serra per il trasporto su strada, il riscaldamento degli edifici, l’agricoltura, i piccoli impianti industriali e la gestione dei rifiuti. Per la prima volta tutti i paesi dell’Ue dovranno ora ridurre le emissioni di gas serra con obiettivi compresi tra il 10 e il 50% a seconda del Pil pro capite e sull’efficacia in termini di costi. Gli Stati membri dovranno inoltre garantire ogni anno di non superare la loro assegnazione annuale di emissioni di gas a effetto serra.
Approvata dall’aula con 479 voti favorevoli, 97 contrari e 43 astensioni anche revisione del regolamento relativo all’uso del suolo, ai cambiamenti di uso del suolo e al settore forestale (Lulufc) pensata per migliorare i sistemi di assorbimento naturale del carbonio. Il testo marca che l’obiettivo Ue per il 2030 per gli assorbimenti netti di gas a effetto serra (Ghg) nel settore del suolo, dei cambiamenti di uso del suolo e della silvicoltura sarà fissato a 310 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti, ovvero circa il 15% in più rispetto a oggi. Questo nuovo obiettivo dell’UE dovrebbe ridurre ulteriormente i gas a effetto serra dell’Ue nel 2030 dal 55% a circa il 57% rispetto ai livelli del 1990.
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