
Macron avverte: “accetto le contestazioni ma non la violenza”
Dopo 6 notti di manifestazioni contro l’adozione della riforma delle pensioni e quasi 300 fermi, il presidente Emmanule Macron ha parlato in diretta tv alla nazione in un discorso molto atteso, intervistato da France 2 e TF1. «La riforma delle pensioni proseguirà il suo cammino democratico – La mozione di censura (sfiducia) contro il governo è fallita. Ora bisogna aspettare il pronunciamento del consiglio costituzionale», ha spiegato.
Nessun passo indietro quindi. La riforma andrà avanti. Lui non è contento, ha ammesso, ma la reputa “necessaria“. «Dobbiamo andare avanti: è nell’interesse superiore della nazione – ha ribadito. – Non piace neanche a me questa riforma, non avrei voluto farla ma è necessaria»
Il capo dell’Eliseo contesta ogni forma di violenza. «Quando i sindacati manifestano, hanno la loro legittimità, quando organizzano cortei, che lo facciano, sono contrari a questa riforma, io li rispetto – ha detto – ma non accetto la violenza quando si è scontenti di qualcosa». Già ieri, parlando ai fedelissimi a porte chiuse, Macron ha riconosciuto errori. «A quanto pare, non siamo riusciti a comunicare i giusti motivi alla base di questa riforma», ha commentato secondo fonti presenti alla riunione citate dalla France Presse.
Il cuore della riforma pensioni, nonché la disposizione più contestata da sindacati e opposizione, è il cosiddetto articolo 7, che prevede l’aumento progressivo dell’età pensionabile da 62 a 64 anni (contro i 65 preventivati in un primo momento). L’aumento di due anni è accompagnato da un’accelerazione del ritmo dei contributi richiesti per beneficiare di un trattamento a tasso pieno. Questa durata sarà progressivamente portata a 43 anni di qui al 2027, anziché al 2035, come previsto dalla precedente riforma Touraine del 2014.
La legge prevede però anche un aumento del trattamento minimo di almeno l’85% del salario minimo netto francese, ovvero circa 1.200 euro lordi dal primo settembre. La misura riguarda i lavoratori dipendenti, artigiani e agricoltori.
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