
Tra il 2023 e il 2027 l’intero mercato del lavoro italiano, privato e pubblico, avrà bisogno di circa 3,8 milioni di lavoratori, il 72% dei quali, pari a 2,7 milioni, dovranno sostituire occupati in uscita dal mercato
Nel 2022 la difficoltà di reperire personale ha riguardato il 40% delle assunzioni con una perdita di valore aggiunto pari a 37,7 miliardi di euro. E’ quanto emerge dal report Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine realizzato da Unioncamere in collaborazione con Anpal. «Il costo del mismatch – si legge in una nota – rischia di aumentare nei prossimi anni in considerazione dei macro-trend che stanno già cambiando il mercato del lavoro: la transizione digitale e green e l’andamento demografico. Da considerare anche l’accelerazione della domanda attesa come effetto degli investimenti del Pnrr».
Tra il 2023 e il 2027 l’intero mercato del lavoro italiano, privato e pubblico, avrà bisogno di circa 3,8 milioni di lavoratori, il 72% dei quali, pari a 2,7 milioni, dovranno sostituire occupati in uscita dal mercato. «Il trend demografico – sottolinea il report – comporterà infatti sia un aumento dei flussi pensionistici, e quindi delle uscite dal mercato del lavoro, sia una riduzione del numero di persone in età lavorativa per l’invecchiamento della popolazione».
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