
La sostenibilità, inoltre, non è considerata un elemento primario in caso di crisi economica
Sempre più rilevante il problema della mancanza di manodopera specializzata ma anche della presenza di talenti e profili professionali esperti. Per questo motivo molte aziende stanno rivedendo le proprie strategie di assunzione e soprattutto di ricerca del personale attraverso talent expertise. Secondo il Talent Trends Report di Randstad Sourceright, che prende in esame un campione di oltre 900 manager suddivisi per 18 nazioni l’Italia sarebbe una nazione che investe per lo più inattraction di talenti piuttosto che alle iniziative di retention. In altre parole si punta a scovare ed attirare i lavoratori più bravi ma alla fine non si riesce a trattenerli.
Per quanto riguarda gli Hr italiani, ovvero i responsabili delle Risorse umane il 94% manterrà o aumenterà gli investimenti per l’employer branding, il 73% punta verso strategie per creare valore ma senza ridurre i costi e solo il 23% ha pensato a strategie per fidelizzare e coinvolgere i professionisti. Sebbene il 75% punta ad esaltare le competenze dei dipendenti, solo il 14% ha deciso di avvalersi di piattaforme o strumenti per attrarre nuovi talenti.
E ancora: solo il 27% dei leader Hr si impegnerà per implementare opere di benessere e sicurezza per il personale in ambito sanitario. Ultima nota: il 58% dei talent leader teme che adottare pratiche che aumentino la sostenibilità possa avere un impatto negativo sulla redditività. Il tutto senza contare che il 56% degli intervistati ritiene che proprio la sostenibilità, in caso di crisi economica dell’azienda, verrà considerata un elemento non primario.
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