
La Bce nell’ultima riunione di politica monetaria ha alzato il tasso principale al 3,75%. Tutta colpa dell’alta inflazione
La Bce ha deciso di alzare i tassi d’interesse di un quarto di punto percentuale, ovvero 25 punti base, portando il tasso sui rifinanziamenti principali al 3,75%, quello sui depositi al 3,25%, e quello sui prestiti marginali al 4%. Lo comunica l’Istituto centrale.
La decisione era ampiamente attesa dagli analisti.
La decisione arriva dopo che i dati sull’inflazione pubblicati all’inizio di questa settimana hanno mostrato un aumento del tasso nominale al 7% per aprile. Allo stesso tempo, l’inflazione core, che esclude i prezzi di alimentari ed energia, è leggermente diminuita al 5,6%.
La banca centrale ha intrapreso il suo attuale percorso di rialzo nel luglio 2022, quando ha portato il suo tasso principale da -0,5% a zero. Tuttavia, nonostante i costanti aumenti dei tassi da allora, l’inflazione rimane ben al di sopra dell’obiettivo del 2% della BCE. Le stime pubblicate la scorsa settimana dal Fondo monetario internazionale suggeriscono che l’inflazione non raggiungerà l’obiettivo della BCE fino al 2025.
«Nel complesso le informazioni più recenti sono sostanzialmente in linea con la valutazione delle prospettive di inflazione a medio termine condotta dal Consiglio direttivo nella scorsa riunione – si legge nel comunicato stampa della Bce post riunione. – L’inflazione complessiva ha registrato una riduzione negli ultimi mesi, sebbene le pressioni di fondo sui prezzi restino intense. Al tempo stesso, i passati incrementi dei tassi di interesse si stanno trasmettendo con vigore alle condizioni monetarie e di finanziamento nell’area dell’euro, mentre il ritardo e l’intensità della trasmissione all’economia reale rimangono incerti».
Con riferimento al programma PEPP (pandemic emergency purchase programme), il Consiglio direttivo della Bce “intende reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma almeno sino alla fine del 2024.”
Nella conferenza stampa post meeting la presidente Christine Lagarde ha affermato che le prospettive del settore industriale stanno peggiorando. Ha ravvisato divergenze tra diversi settori dell’economia, con una crescita più sostenuta nei servizi, mentre il manifatturiero sta fronteggiando un peggioramento. Lagarde ha poi spiegato che i prezzi dell’energia più bassi, l’allentamento dei colli di bottiglia nelle catene di approvvigionamento e il sostegno dei governi a imprese e famiglie hanno contribuito alla resilienza dell’economia. Allo stesso tempo, tuttavia, è probabile che la domanda interna rimanga debole.
FOTO: SHUTTERSTOCK