
Ad aprile le esportazioni in Giappone sono aumentate del 2,6% su base annua, il 26esimo aumento mensile consecutivo. Il deficit scende ben oltre le attese
La crescita delle esportazioni del Giappone ha toccato il minimo in due anni a causa della debole domanda cinese. Ad aprile sono aumentate del 2,6% rispetto all’anno precedente, secondo i dati del ministero delle Finanze, più lentamente dell’aumento del 3,0% previsto dagli economisti in un sondaggio Reuters e del 4,3% a marzo. Il dato rappresenta anche il guadagno più debole dal febbraio 2021, quando le esportazioni sono diminuite del 4,5%. Si tratta comunque del 26° mese consecutivo di aumento.
Per destinazione le esportazioni giapponesi verso la Cina, il principale partner commerciale del paese, sono diminuite del 2,9% ad aprile su base annua, trainate dal calo delle spedizioni di automobili, parti di automobili e acciaio. Hanno fatto peggio le spedizioni del Giappone verso l’Asia diminuite del 6,3% su base annua ad aprile, in calo per il quarto mese consecutivo.
Le spedizioni dirette negli Stati Uniti e nell’Unione Europea sono invece cresciute rispettivamente del 10,5% e dell’11,7% su base annua ad aprile, guidate da un rimbalzo di automobili e parti di automobili con l’allentamento dei vincoli di fornitura.
Le importazioni sono diminuite del 2,3% ad aprile, molto più della stima mediana per un calo dello 0,3% e il primo calo annuale in 27 mesi, poiché gli effetti base dell’aumento dei costi energetici e dell’indebolimento dello yen hanno fatto il loro corso.
Il deficit commerciale del Giappone è sceso a 432,4 miliardi di yen ad aprile da 854,9 miliardi di yen di un anno prima, sotto il consenso del mercato per 613,8 miliardi. È stato il 21° mese consecutivo di deficit e la sequenza più lunga dal 2015.
FOTO: SHUTTERSTOCK