La Serbia è al primo posto, dove il contributo del settore agricolo ammonta al 6,3% del Pil, quota che sale al 9% se consideriamo l’intero agrifood e dà occupazione a circa un sesto della forza lavoro complessiva
“L’Italia è il secondo Paese nell’Unione europea per incidenza dell’agrifood sul Pil (circa il 4%) e un export agroalimentare nel suo complesso che, dopo il record del 2021 (oltre 50 miliardi di esportazioni), segna nel 2022 una crescita tendenziale del 15,3%”.
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Sono dati citati da Marco Rottigni, responsabile della Divisione international subsidiary banks di Intesa Sanpaolo, intervenuto all’inaugurazione della Novi Sad International agricultural fair, la più importante fiera agricola dell’Europa sud-orientale, alla quale ha partecipato anche il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, e la ministra dell’Agricoltura serba Jelena Tanaskovic.
“Per quanto riguarda la Serbia il contributo del settore agricolo ammonta al 6,3% del Pil, quota che sale al 9% se consideriamo l’intero agrifood e dà occupazione a circa un sesto della forza lavoro complessiva. Va poi rilevata un’intonazione fortemente positiva dell’export agroalimentare, in crescita nel 2022 di oltre il 20%. Nel campo dell’agri-tech e dell’esportazione di macchinari agricoli, un settore in cui siamo il secondo fornitore della Serbia, l’export italiano nel 2022 è cresciuto del 26,6% rispetto al 2021”, aggiunge Rottigni.
“In Italia, Intesa Sanpaolo ha sviluppato competenze altamente qualificate e servizi su misura per il settore agricolo e in particolare in chiave Esg. Anche in Serbia, dove siamo attivi dal 2005 con Banca Intesa Beograd, prima banca del Paese e autentico motore dell’economia locale e delle relazioni tra imprese serbe e italiane, siamo fortemente impegnati nel finanziare la produzione agricola e agroalimentare”, conclude il responsabile della Divisione international subsidiary banks di Intesa Sanpaolo.
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