
Il resoconto del 3-4 maggio
«Gli ultimi sviluppi dell’inflazione di fondo sono stati ampiamente giudicati preoccupanti e puntano verso una maggiore persistenza, quindi le proiezioni di marzo sono state viste come troppo ottimistiche perché non ci sono prove che l’inflazione di fondo sia a un punto di svolta, con un rischio crescente che si consolidi a causa della crescita dei salari e delle aspettative che si disancorano». E’ quanto si legge nei verbali della riunione del 3 e 4 maggio della Bce, pubblicati oggi.
Secondo l’istituto di Francoforte alcuni membri avrebbero preferito un aumento più incisivo di 50 punti base invece che di 25 come poi è stato deciso. «Un certo numero di membri ha inizialmente espresso la preferenza per l’aumento di 50 punti base dei tassi di interesse, in considerazione dei rischi per le prospettive di inflazione posti dalle continue sorprese al rialzo dell’inflazione e dall’inflazione prevista superiore all’obiettivo per almeno quattro anni, nonché dall’elevato rischio di disancoraggio delle aspettative di inflazione – si legge ancora. – Questi membri hanno visto il rischio di un eccessivo inasprimento dei tassi come minore del rischio di un inasprimento troppo ridotto. Inoltre, è stata espressa l’opinione che la turbolenza dei mercati finanziari fosse stata di breve durata e non avesse esercitato un significativo ulteriore impulso restrittivo. Allo stesso tempo, la maggior parte di questi membri ha dichiarato di poter accettare l’aumento del tasso proposto di 25 punti base».
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