
A Palazzo Madama la titolare del Turismo riferisce sulla vicenda dell’inchiesta riguardante la gestione di alcune sue aziende
«Affermo sul mio onore che non sono stata raggiunta da alcun avviso di garanzia e che anzi per escluderlo ho chiesto ai miei avvocati di verificare che non ci fossero dubbi».
Ad affermarlo, durante un’audizione in Senato, la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, in risposta alle vicende relative alla gestione delle sue aziende. Aziende la cui attività è sotto la lente della Consob e della Procura di Milano e, a quanto sembra, interessate anche alcune cause civili.
«Ho preferito non fare pesare al governo le conseguenze di una campagna di vero e proprio odio nei miei confronti», ha anche detto la ministra, che ha aggiunto «se non fosse per il rispetto che porto per quest’aula dopo l’uscita proditoria del Domani, chiuderei qua il mio intervento ma, aspettando un segno concreto da parte di tutti i colleghi, provo a riprendere il filo del mio intervento».
«Contro di me è in atto una strumentalizzazione politica. Sono qui per difendere il mio onore e quello di mio figlio. Sono qui per il rispetto che devo a questo luogo e ai cittadini che rappresentiamo. Non mi sono mai appropriata di nulla che non mi appartiene, non ho mai abusato delle mie posizioni apicali delle aziende, sfido chiunque a dimostrare il contrario» ha proseguita la ministra.
«Faccio impresa da quando ho 25 anni, sono partita da Cuneo con la forza del lavoro contando solo su me stessa, ho raccolto importanti successi imprenditoriali, sono fiera di aver dato lavoro a tante persone. Ho investito nella pubblicità, nell’intrattenimento e poi nell’editoria. Ho potuto scrivere pagine di successo».
FOTO: ANSA/FABIO FRUSTACI