
Il problema riguarda tutti i settori
Lavorare in Italia è sempre più difficile non solo per chi vorrebbe farlo ma anche per chi il lavoro lo offre ma non riesce a trovare manodopera. Ancora di più se specializzata. A confermarlo è Confartigianato che lancia un vero e proprio “sos assunzioni” sottolineando che «nell’ultimo anno la quota di lavoratori introvabili sul totale delle assunzioni previste è passata dal 40,3% di luglio 2022 al 47,9% di luglio 2023».
Un problema che non solo registra un trend in aumento ma che, è sempre Confartigianato a dirlo, riguarda tutti i settori.
Si stenta soprattutto in Trentino-Alto Adige,dove il 61,6% del personale risulta essere di difficile reperimento, ma le cose non vanno meglio nemmeno in Valle d’Aosta (57,1%), Umbria (54,6%), Friuli-Venezia Giulia (53,3%). A peggiorare le cose è anche il Sud Italia, macro regione nella quale la percentuale di lavoratori difficilmente reperibili è aumentata di oltre il 9% (9,1% per la precisione).
Quello che si sta verificando, quindi, è un vero e proprio paradosso come avverte il presidente di Confartigianato, Marco Granelli «Il lavoro c’è, mancano i lavoratori. E, nel frattempo, 1,7 milioni di giovani tra 15 e 29 anni non studia, non si forma, non cerca occupazione. Di questo passo ci giochiamo il futuro del made in Italy. Ecco perché il dibattito su salario minimo e lavoro povero deve allargarsi ad affrontare con urgenza il vero problema del Paese: la creazione di lavoro di qualità».
FOTO: ANSA/MASSIMO PERCOSSI