
Il primo grande incontro sulla tecnologia riunirà governi, aziende leader nel settore dell’intelligenza artificiale ed esperti per discutere come mitigarne i rischi attraverso un’azione coordinata
Il premier britannico Rishi Sunak ha lanciato per i primi giorni di novembre il grande summit mondiale sulla sicurezza dell’intelligenza artificiale. La location sarà Bletchley Park (nella foto), la tenuta a 75 chilometri da Londra, nota anche come Stazione X, che durante la seconda guerra mondiale diventò il sito dell’unità principale di crittoanalisi del Regno Unito, nonche’ dei decifratori di codici Enigma.
Il primo grande incontro sulla tecnologia riunirà governi, aziende leader nel settore dell’intelligenza artificiale ed esperti per discutere come mitigarne i rischi attraverso un’azione coordinata a livello internazionale.
Sunak lo aveva annunciato durante un viaggio a Washington a giugno, tra i timori che il rapido progresso della tecnologia potesse sfuggire al controllo e le preoccupazioni che le misure di salvaguardia esistenti sarebbero presto obsolete. Negli ultimi mesi il primo ministro ha cambiato tono sulla tecnologia. Dopo essere stato straordinariamente ottimista riguardo alle opportunità che crea, ora parla del suo rischio “esistenziale”.
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Tuttavia, ha respinto l’idea che il Regno Unito sia un attore troppo minore per avere un ruolo così cruciale nel plasmare il futuro dell’intelligenza artificiale, soprattutto ora che non è più un membro dell’UE. Sta invece cercando di posizionare la Gran Bretagna come il fulcro naturale per gli sforzi volti a regolamentare il settore su scala globale, un ponte che possa fornire un ponte tra Stati Uniti e Cina e offrire un’alternativa a quello che alcuni considerano l’approccio pesante dell’UE. Proprio per questo motivo Sunak è convinto che al summit debba partecipare anche Pechino.
Il ministro degli Esteri James Cleverly andrà apposta in Cina la prossima settimana, prima visita da cinque anni dopo quella di Jeremy Hunt nel 2018. Lì sonderà il terreno, tra le preoccupazioni invece di Usa, Giappone e Unione europea per l’inatteso invito al summit.
“Con la forza combinata dei nostri partner internazionali, della fiorente industria dell’IA e della comunità accademica di esperti, possiamo garantire la rapida azione internazionale di cui abbiamo bisogno per lo sviluppo sicuro e responsabile dell’IA in tutto il mondo” aveva detto nei giorni scorsi Sunak.
Il Libro bianco sull’intelligenza artificiale del Regno Unito ha stabilito una serie di principi a cui l’industria dovrebbe aderire, ma ha offerto poche regole concrete per governarla. I ministri hanno deluso alcuni esperti resistendo all’idea di creare un nuovo regolatore focalizzato esclusivamente sull’intelligenza artificiale.
L’UE ha già compiuto passi da gigante in questo ambito e sta proponendo una legislazione che sarà considerata un passo avanti a livello internazionale, confermando lo status del blocco come principale regolatore tecnologico.
Il G7 ha accettato di creare un forum intergovernativo chiamato “processo AI di Hiroshima” per discutere le questioni relative agli strumenti in rapida crescita. Ma in realtà chi è più avanti in questo processo di regolamentazione del settore è proprio Pechino.
Secondo il Times l’invito alla Cina al Summit, a cui parteciperanno 25 Paesi, dovrebbe andare in porto ma il Paese dovrebbe essere escluso da alcune parti chiavi del vertice. A dettare le regole potrebbe essere gli Usa e la Cina potrebbe essere invitata solo per gli incontri a livello diplomatico ed essere invece tenuta fuori da quelli più tecnici.
(foto WIKIPEDIA)