
La Ue ha sbloccato un primo finanziamento di un milione di euro in supporto alla popolazione, ma, al momento, non è arrivata alcuna richiesta. Un’esperta spiega perchè
Il bilancio delle vittime è salito a 2.497 il numero delle persone che hanno perso la vita e a 2.476 quello dei feriti a causa del devastante terremoto che ha colpito il Marocco. Lo ha reso noto il ministero degli Interni di Rabat spiegando che stanno continuando le operazioni di ricerca. E’ quanto riporta l’agenzia di stampa marocchina.
Nel frattempo la Ue ha sbloccato un primo finanziamento di un milione di euro in supporto alla popolazione. Il finanziamento sosterrà gli sforzi sul campo dell’associazione Mezzaluna Rossa marocchina, partner umanitario dell’Ue. Lo ha annunciato la Commissione europea durante il briefing quotidiano con la stampa.
«Abbiamo seguito da vicino la situazione attraverso il Centro di coordinamento di reazioni alle crisi Ue, abbiamo contattato immediatamente le autorità marocchina per offrire assistenza sul campo. Siamo in contatto con gli Stati membri per capire chi è nella migliore posizione per un’eventuale mobilitazione di squadre d’intervento» ha detto il portavoce della Commissione europea, Balazs Ujvari. «Al momento non abbiamo ricevuto alcuna richiesta di attivazione del meccanismo di protezione civile Ue», precisa Ujvari. Il 9 settembre l’Ue ha attivato il sistema satellitare Copernicus per fornire d’urgenza immagini ad alta qualità.
«Quando uno Stato è vittima di una catastrofe, spetta allo Stato stesso chiedere eventuali aiuti. E’ una questione di sovranità. Non spetta ai soccorsi internazionali precipitarsi in un Paese, a meno che non sia in stato di fallimento, come ad Haiti nel 2010»: lo spiega, in un’intervista a Le Monde, Sylvie Brunel, ex direttrice dell’associazione umanitaria Action contre la faim, geografa alla Sorbona e specialista di Africa e questioni di sviluppo e carestie.
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«Re Mohamed VI – continua l’esperta – vuole mantenere l’autorità sul Paese. E’ anche una forma di orgoglio nazionale. Mettetevi al posto del Marocco. In caso di catastrofe naturale in Francia, immaginate ong marocchine o americane che si precipitano? L’aiuto umanitario internazionale va sempre dai Paesi sviluppati in direzione dei non sviluppati. In quanto Paese emergente, che vuole essere interlocutore dell’Europa ed aspira a uno status di potenza regionale, Rabat vuole dimostrare che è sovrana, capace di pilotare i soccorsi e non comportarsi come un Paese povero devastato che tutti vanno pietosamente a soccorrere».
(foto ANSA)