
Per elaborare il dato, la Federal Reserve raccoglie i dati necessari per il rapporto sulla produzione industriale da fonti pubbliche e da associazioni industriali private su 295 comparti industriali.
A settembre, la produzione industriale negli Stati Uniti è aumentata dello 0,3% rispetto al mese precedente a 103,6 punti, secondo l’indice della Federal Reserve, contro attese per un dato in rialzo dello 0,1%; il dato di agosto è stato rivisto da +0,4% a +0,0%.
La produzione manifatturiera ha registrato un rialzo dello 0,4%, quella mineraria dello 0,4%, quella delle utilities ha perso lo 0,3%. Al 103,6 per cento della sua media nel 2017, la produzione industriale totale è di 0,1 punti percentuali sopra il livello dell’inizio dell’anno.
L’utilizzo della capacità degli impianti – che misura la produzione industriale rispetto al potenziale – è aumentato di 0,2 punti al 79,7%, con le attese al 79,6%, in linea con la media di lungo periodo.
Il dato è frutto di due rapporti di ricerca. Il primo misura la variazione dell’output dei settori manifatturiero, estrattivo, del gas e dell’elettricità con riferimento alla quantità fisica prodotta; il secondo, il livello di utilizzo della capacità produttiva negli stessi settori.
Per elaborarlo, spiega Soldionline, la Federal Reserve raccoglie i dati necessari per il rapporto sulla produzione industriale da fonti pubbliche e da associazioni industriali private su 295 comparti industriali. I dati vengono poi pesati secondo l’importanza del singolo comparto per l’intero settore. La prima versione del rapporto, che viene pubblicata 15 giorni dopo la fine del mese a cui si riferisce, si fonda su poco più della metà dei dati necessari. Quello che manca viene stimato. Per questo nei successivi rapporti, con l’arrivo di altri dati, possono venir pubblicate revisioni della prima stima.
Il rapporto sull’utilizzo della capacità produttiva si fonda sui dati raccolti tra 85 comparti industriali. E’ una stima molto complessa, per diverse ragioni. Ad esempio il fatto che parte della capacità produttiva delle imprese americane è stata trasferita all’estero, che è difficile capire velocemente se un nuovo impianto va a sostituirne uno vecchio o se si aggiunge alla capacità produttiva già esistente e, ancora, che le operazioni di fusione e quelle di acquisizione di nuove aziende portano spesso alla dismissione di stabilimenti, e anche in questo caso non è agevole capire rapidamente cose è successo. Senza contare che la definizione di utilizzo normale, quello che sarà poi il riferimento per l’elaborazione dell’indice, è in parte discrezionale.
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