
L’iniziativa è prevista entro il 2024, con la Provincia autonoma di Trento già partita. L’obiettivo è l’adesione di 42,5 milioni di italiani
Nel 2024 gli italiani potranno sostituire il portadocumenti con lo smartphone, grazie all’introduzione del portafoglio digitale europeo (European Digital Identity Wallet, per la memorizzazione e la condivisione sicura di documenti e certificati in formato digitale), che in Italia sarà IT wallet.
Si tratta di un sistema per conservare tutte insieme le versioni digitali dei propri documenti più importanti: la carta d’identità o lo Spid, ma anche la tessera sanitaria, ad esempio, e la carta delle disabilità. Con il tempo dovrebbe allargarsi per contenere anche patente di guida, tessera elettorale e altri documenti privati. Si tratta di una sperimentazione che sta avvenendo in diversi Paesi europei, e l’Italia vorrebbe essere in prima fila, con la Provincia autonoma di Trento che è già partita.
«Il wallet europeo è uno straordinario progetto di integrazione che renderà possibile ai cittadini utilizzare i servizi offerti da operatori pubblici e privati in tutta Europa. Il passo successivo del roaming gratuito, che ci permette di usare i nostri smartphone in Ue senza costi aggiuntivi. Per esempio, potremo fornire prova della nostra identità, firmare documenti o acquistare farmaci in qualunque parte d’Europa», ha commentato Roberto Viola, direttore generale della DG CNect presso la Commissione europea.
Il test darà così attuazione, in ambito nazionale, a uno dei progetti del Consorzio Potential che è tra i large scale pilot selezionati dalla Commissione europea per rendere concrete le prime applicazioni dello European Digital Identity Wallet.
L’iniziativa vede coinvolti anche PagoPA (nel ruolo di wallet provider) insieme al Dipartimento per la Trasformazione Digitale (Dtd), la Fondazione Bruno Kessler (Fbk) e all‘Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.
Il target per IT Wallet è fissato a 42,5 milioni di italiani entro il 2025. Scettico, però, sui tempi di raggiungimento dell’obiettivo il Politecnico di Milano che ha pubblicato delle stime: i due principali sistemi in vigore in Italia, Spid (Sistema pubblico di identità digitale) e Cie (Carta d’identità elettronica), sono stati attivati rispettivamente da 36,4 (pari al 73% della popolazione maggiorenne) e 39,3 milioni di cittadini, ma il tasso di crescita, sia di utilizzo che di rilasci, dal 2022 al 2023 è cresciuto a un ritmo piuttosto lento.
«La sfida dell’identità digitale europea presenta importanti vantaggi per i cittadini e per le istituzioni. Per vincerla, però, è necessario prestare attenzione a due aspetti cruciali: da un lato la sicurezza, dall’altro la privacy», ha detto Andrea Simoni, segretario generale di Fondazione Bruno Kessler.
Soddisfazione anche da parte di Maurizio Fatarella, direttore generale di PagoPa: «Siamo orgogliosi di portare a beneficio dei partner del Consorzio Potential l’esperienza di successo maturata ad oggi dall’app IO, su cui l’Italia ha scelto di basare il modello di digital wallet pubblico riconoscendone i principali punti di forza: un asset digitale dello Stato già diffuso tra i cittadini, ampiamente collaudato nei suoi requisiti di sicurezza, scalabilità, resilienza e sviluppato con tecnologie improntate alla interoperabilità sovranazionale», ha detto.
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