
La campagna elettorale americana prosegue con i colpi di scena: mentre il Maine decide di escludere l’ex presidente, lo Stato che lo aveva escluso per primo sospende la decisione, in attesa della Corte Suprema. Nessuno stop, invece, dalla California
Il Maine diventa il secondo stato americano a bloccare la corsa dell’ex presidente Usa alle presidenziali repubblicane, per il suo coinvolgimento nell’assalto al Campidoglio del gennaio 2021. Il segretario di Stato del Maine, Shenna Bellows (nella foto), ha dichiarato in una sentenza che gli eventi del 6 gennaio 2021 «si sono verificati per volontà, conoscenza e sostegno del Presidente uscente», aggiungendo: «La Costituzione degli Stati Uniti non tollera un assalto alle fondamenta del nostro governo».
Trump indagato (anche) per assalto a Capitol Hill
Nel frattempo, Donald Trump è tornato nelle primarie in Colorado, anche se solo formalmente. Il segretario di Stato del Colorado ha annunciato che il nome del tycoon verrà inserito nelle schede elettorali in vista delle primarie di partito che si svolgeranno il prossimo anno. Jena Griswol ha anche precisato che la decisione potrebbe essere cambiata se la Corte Suprema federale accoglierà, prima del 5 gennaio, la decisione dei giudici supremi statali, che hanno escluso Trump dalle primarie.
Secondo il 14° emendamento, a cui ha fatto riferimento la Corte Suprema statale, nessun funzionario pubblico che abbia giurato sulla Costituzione può essere coinvolto in un’insurrezione, cioè un atto che vada contro quanto stabilito dalla stessa Costituzione, pena l’illegittimità a correre di nuovo per un ruolo pubblico. In questo caso sarebbe quello di presidente degli Stati Uniti. I legali di Trump hanno fatto ricorso. Le schede elettorali verranno stampate il 5 gennaio. Se entro quella data i giudici di Washington non avranno deciso sulla legittimità della decisione della corte statale, il nome del tycoon resterà indicato assieme a quelli degli altri candidati.
La California ha invece deciso di considerare valida la sua candidatura. Nello Stato più popoloso degli Usa, la commissione elettorale ha un potere limitato di rimuovere dalle schede i candidati, spiega il New York Times nel dare la notizia.
Le decisioni contrastanti, rileva la testata, evidenziano le tensioni che riguardano la democrazia e il diritto di voto in Usa e si moltiplicano gli appelli perchè intervenga la Corte Suprema per stabilire se l’ex presidente, accusato di avere sobillato i suoi sostenitori alla rivolta di Capitol Hill il 6 gennaio del 2021, sia o no eleggibile come candidato repubblicano alla Casa Bianca alle elezioni del prossimo novembre.
(foto ANSA)