
Dal 15 al 19 gennaio si riuniscono oltre 60 capi di Stato e di governo, circa 1.600 leader aziendali, tra cui oltre 800 tra amministratori delegati e presidenti dei più importanti gruppi mondiali
Davos apre i battenti. E lo fa scommettendo sulla “fiducia”. In uno scenario globale segnato da un crescendo di tensioni geopolitiche, di conflitti, di grandi incertezze sull’economia globale, il tema “Rebuilding Trust” scelto per la 24ma edizione del World Economic Forum suona più come una sfida, ardua, e una scommessa, difficile, con le quali viene chiamato a cimentarsi il gotha della politica, dell’economia, della finanza e e delle istituzioni a livello planetario.
Nella località elvetica, il sipario è pronto ad aprirsi e da domani fino al 19 gennaio si riuniranno oltre 60 capi di Stato e di Governo, circa 1.600 leader aziendali, tra cui oltre 800 tra amministratori delegati e presidenti dei più importanti gruppi mondiali, da Amazon a Nestlè, passando per Microsoft.
L’Italia sarà rappresentata, per il governo, dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, e per le industrie l’elenco non ufficiale vede a Davos il presidente di Eni, Giuseppe Zafarana, Paolo Scaroni di Enel, Andrea Illy di Illycaffè, Paolo Dal Cin di Accenture, Paolo Merloni del gruppo Ariston, Mario Moretti Polegato di Geox, Carlo Messina di Intesa Sanpaolo, Nerio Alessandri e Erica Alessandri di Technogym, Andrea Orcel e Pier Carlo Padoan di Unicredit, Matteo Laterza di Unipol Gruppo, l’ad di Acea Fabrizio Palermo.
Tanta attenzione è nel fatto che il Wef (in una fase di trasformazione dalla guida del fondatore Klaus Schwab, che a 86 anni presiederà comunque alcuni degli incontri più importanti, a quella del presidente Børge Brende) resta uno degli appuntamenti di networking fondamentali a livello globale.
Ed è già arrivato il premier cinese Li Qiang. Con l’occasione Li – nominato primo ministro a marzo scorso per succedere a Li Keqiang, che sarebbe morto per un attacco di cuore di lì a pochi mesi – compirà una visita ufficiale nella Confederazione Elvetica: peraltro è stata, eccezionalmente, la stessa presidente Viola Amherd ad accogliere all’aeroporto di Zurigo il primo ministro cinese, la più alta carica di Pechino ad arrivare in Svizzera dopo la visita del presidente Xi Jinping nel 2017, anche lui per un intervento al Wef.
Li sarà poi ricevuto domani alla residenza del Lohn, a Kehrsatz con gli onori militari dalla stessa Amherd. Seguirà un faccia a faccia e discussioni ufficiali fra le due delegazioni che potrebbero toccare anche l’accordo di libero scambio fra Svizzera e Cina. Berna – che ha nella Cina il terzo partner commerciale dopo Ue e Usa – sarebbe interessata ad allargare l’intesa esistente, ma la situazione sembra in stallo visto che gli ultimi incontri risalgono al 2018.
Negli ultimi anni, anche per rimarcare il suo ruolo sempre più centrale nello scenario internazionale, Pechino ha mostrato grande attenzione al Forum elvetico: infatti dopo il discorso del 2017, Xi ha partecipato – ma questa volta in forma virtuale in video conferenza – anche al World Economic Forum 2022 con un intervento incentrato sulla cooperazione globale. L’intervento del premier è previsto martedì.
(foto ANSA)