La desertificazione bancaria in Italia non si ferma. Nei primi tre mesi di quest’anno altri 7 comuni hanno visto chiudere i battenti dell’ultima filiale presente sul loro territorio. Si vanno ad aggiungere ai 3.282 comuni abbandonati negli ultimi anni, pari al 41,5% del totale, con una forte accelerazione a partire dal 2015.
Secondo i dati dell’Osservatorio della Fondazione Fiba del sindacato First Cisl, un quarto del territorio nazionale, con una superficie complessiva pari a quella di Lombardia, Veneto e Piemonte, e’ rimasto privo di punti fisici bancari.
Aumenta anche il numero delle persone che ha perso o rischia di perdere l’accesso ai servizi bancari: oltre 10 milioni e 400mila italiani vivono in comuni totalmente desertificati (4 milioni e 392mila, + 0,4% rispetto alla fine del 2023) e in via di desertificazione, quelli con un solo sportello (6 milioni e 60mila, + 0,5%). Nell’arco di un anno, da marzo 2023, l’aumento è stato di circa 500mila persone.
Secondo l’analisi della Fondazione Fiba, Le regioni più colpite sono Friuli Venezia Giulia e Toscana (- 0,7%), Lazio, Umbria e Veneto (- 0,6%), Sicilia (- 0,4%), Sardegna e Piemonte (- 0,2%). Per comprendere la reale portata del fenomeno i dati vanno letti in parallelo a quelli sulla diffusione dell’internet banking, ancora modesta: in Italia lo utilizza solo il 51,5% degli utenti contro una media Ue del 63,9%.
Da ciò si evince, osserva il report, che la desertificazione bancaria rappresenta un acceleratore dell’esclusione sociale, soprattutto per le fasce anziane della popolazione, penalizzate dal minor livello di competenze digitali (tra i 65 e i 74 anni solo il 26% utilizza l’internet banking).