Le nuove previsioni del Fondo monetario internazionale indicano un futuro difficile per l’economia globale, caratterizzato da una crescita fiacca nel medio termine, crescenti tensioni commerciali e alti livelli di debito, ha affermato il direttore generale del FMI Kristalina Georgieva.
Georgieva ha tracciato un quadro preoccupante in un discorso in vista delle riunioni annuali del FMI e della Banca Mondiale della prossima settimana, ma ha affermato che c’è ancora molto da fare per stimolare la crescita, ridurre il debito e costruire un’economia più resiliente.
Ha messo in guardia contro i prezzi elevati persistenti che colpiscono in modo sproporzionato i poveri e contro il potenziale dell’escalation del conflitto in Medio Oriente di destabilizzare le economie regionali e i mercati globali delle materie prime.
Georgieva ha inoltre espresso preoccupazione per l’aumento della spesa militare, che potrebbe influire sui finanziamenti disponibili per altre priorità, tra cui gli aiuti ai paesi in via di sviluppo.
«Il crescente protezionismo e le crescenti restrizioni commerciali stavano fratturando l’economia globale, limitando la crescita degli scambi commerciali e gettando acqua fredda su un’economia mondiale già tiepida», ha affermato Georgieva, che questo mese ha iniziato il suo secondo mandato quinquennale.
«Non sono particolarmente pessimista, perché se si guarda alla traiettoria dell’economia mondiale, sì, possiamo fare meglio, ma possiamo anche fare molto peggio», ha affermato Georgieva durante un dibattito presso la sede centrale del FMI in vista delle riunioni della prossima settimana.
«Il commercio globale non è più il motore della crescita che era un tempo, ma non ha fatto marcia indietro», ha affermato, sottolineando che decenni di interdipendenza hanno rappresentato un fattore moderatore per l’aumento delle restrizioni commerciali accumulate dopo la pandemia di COVID.
Il calo dell’inflazione globale e un ritorno alla stabilità dei prezzi, con un raffreddamento ordinato dei mercati del lavoro negli Stati Uniti e in Europa sono delle buone notizie per il Fmi.
«Gli Stati Uniti non sono in recessione, nonostante l’inizio dei tagli dei tassi da parte della Federal Reserve che hanno innescato flessioni negli ultimi tre cicli dei tassi di interesse, e si prevede che i numeri della disoccupazione rimarranno relativamente bassi», ha affermato.
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