Le incertezze politiche in Corea del Sud stanno sollevando preoccupazioni significative in particolare per la catena di rifornimento di uno dei settori chiave dell’economia mondiale, quello dei semiconduttori, settore in cui la nazione è leader mondiale. Un’interruzione nella produzione o nell’esportazione, infatti potrebbe avere ripercussioni sull’intero settore globale.
Purtroppo in questo momento la nazione del sud est asiatico, potenza di primo piano per l’intero continente, sta affrontando una crisi politica senza precedenti. Tutto ha inizio nella notte tra il 3 e il 4 dicembre quando il Presidente Yoon Suk-yeol ha tentato di imporre la legge marziale creando il caos e soprattutto resuscitando i fantasmi del passato in una zona che già in passato ha visto la presenza di regimi dittatoriali e repressivi. Dall’immediato dopo guerra con il regime di Syngman Rhee (1948-1960) passando per Park Chung Hee (1962-1979) e Chun Doo-hwan (1979-1988). Memori di questi tristi precedenti popolazione e Parlamento hanno energicamente reagito. La prima manifestando per le strade, il secondo chiedendo per il presidente un primo voto di impeachment che è stato evitato solo grazie alle alleanze di centro-destra, ed un secondo che, invece, è riuscito nell’intento. Da qui poi la decisione della Corte Costituzionale che confermato la decisione mentre scattavano indagini sull’operato di Yoon.
Ma le complicazioni politiche non si sono esaurite. Infatti dopo il voto di impeachment che ha portato alla sostituzione di Yoon, la carica ad interim è passata al Primo Ministro Han Duk-sooche è stato accusato dell’opposizione guidata dal Partito Minju (Partito Democratico di Corea) di non aver tempestivamente formalizzato la nomina di tre cariche vacanti all’interno del board della Corte Costituzionale proprio mentre questa si accingeva a decidere le sorti di Yoon ed esaminare le accuse di ribellione contro il presidente destituito. Una situazione che ha portato all’impeachment anche per Han Duk-soo.
Lo tsunami politico si è immediatamente riversato anche nel settore economico: crollo della valuta nazionale, il won, ai livelli più bassi dal 2007 pregiudicando anche le decisioni della banca centrale sudcoreana che era intervenuta nelle primissime fasi della crisi valutaria. Le prime mosse dell’istituto finanziario, infatti, prevedevano anche la volontà di tenere “aperte tutte le opzioni finché i mercati non si fossero stabilizzati” e l’iniezione di liquidità “illimitata” oltre all’uso fino a 35,4 miliardi di dollari in fondi di stabilizzazione per garantire le normali operazioni di mercato. Oggi, invece, la banca centrale della Corea del Sud ha lasciato inaspettatamente invariato il tasso di interesse ritenendo il won ormai troppo indebolito rispetto al dollaro americano. Attualmente il tasso di interesse di riferimento è al 3,00%.
Senza contare il ruolo di primo piano nelle Borse asiatiche ricoperto da Seoul. Un’instabilità politica prolungata potrebbe creare volatilità tra listini della regione.
Non bisogna dimenticare che la Corea del Sud è uno dei Paesi più dinamici e tecnologicamente avanzati al mondo che si colloca nella top ten a livello mondiale soprattutto grazie al settore dei microchip e, più in generale, ad un export particolarmente vivace. La spesa in ricerca e sviluppo è tra le più alte al mondo arrivando al 5% del PIL. Seoul è ai vertici anche della classifica del numero di brevetti. La nazione, però, se nel 2023 ha potuto vantare un PIL intorno ai 1.800 miliardi di dollari, nel 2024 ha dovuto registrare un rallentamento della crescita che ha portato ad un calo: il 2,6% del 2022, infatti, si è ridotto, all’1,4%. Rallentamento imputabile, ad un calo della domanda globale di semiconduttori, pilastro dell’export.
Tra i grandi nomi che reggono l’economia nazionale si citano Samsung, il maggiore produttore mondiale di semiconduttori e smartphone, ed LG, protagonista dell’elettronica di consumo e degli elettrodomestici. A questi si affiancano nomi come Hyundai e Kia, leader nello sviluppo di veicoli elettrici e a idrogeno.