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Secondo il governatore della Banca d’Italia “non ci furono pressioni”
Confesso che per Banca Etruria ho avuto un livello di attenzione modesto, molto alto per la vigilanza, perché in quel periodo eravamo molto preoccupati per Mps e per gli effetti di ulteriori tre anni di recessione sul sistema bancario”. Così il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha chiarito in commissione di inchiesta sul sistema bancario gli eventi intorno alla banca di cui era vicepresidente Pierluigi Boschi, padre dell’allora ministro delle riforme istituzionali Maria Elena. Visco ha aggiunto di essere rimasto colpito “quando ebbi dal presidente del conssiglio, (Matteo Renzi) richieste di informazioni”. Una affermazione che sembra smentire in sostanza l’attuale segretario del Ppd, che in proposito ha affermato di essere stato messo a conoscenza dei problemi di Etruria dallo stesso governatore. In proposito Visco ha ricordato che fu nel corso del loro terzo incontro, nell’aprile del 2014 a palazzo Chgi, che la questione fu sollevata da Renzi: “Avvenne a palazzo Chigi, c’erano anche Padoan e Delrio e parlammo di economia. Dopo di che Renzi chiese perché Vicenza voleva prendere Arezzo (Etruria, ndr) e parlò delle preoccupazioni degli orafi. Io risposi con una battuta sugli orafi e non entrai in questioni che riguardassero la vigilanza. Poi, a fine fine primavera-inizio estate ebbi un incontro per presentargli il Direttorio, c’eranpo anche Padoan e Delrio a colazione, e mi chiesero ‘perché non ci parli di banche in difficoltà?’. Risposi che di questo parlo solo con il ministro Padoan. Lui la domanda la fece. Anche il ministra Boschi ci chiese legittimamente notizie e e il vicedirettore generale Fabio Panetta parlò con il ministro in due occasioni. Non gli disse nulla, perché non si parla di questioni di vigilanza. Non ci fu richiesta di interventi della Banca d’Italia ma si espresse preoccupazione per gli effetti della crisi della banca sul territorio. Non ci furono neanche pressioni”. In generale, Fazio ha chiarito che la vigilanza ha fatto il massimo per garantire una corretta soluzione delle crisi bancarie. Ma “non può annullarle, soprattutto in presenza di congiunture economiche difficili”. Il numero uno di via Nazionale ha spiegato che “in assenza di supervisione della Banca la crisi sarebbe stata ben peggiore”. E sulla vicenda della banche salvate, Etruria in primis ma soprattutto le banche venete, il governatore ha chiarito che la Banca d’Italia non ha mai fatto pressioni sulla Popolare di Vicenza per Veneto banca: “La Banca d’Italia non ha mai fatto pressioni su nessuno per Banca popolare di Vicenza. O sollecitarne un intervento. Non ho mai visto Zonin da solo, e su Veneto banca è stato Consoli a telefonarmi. Non ho mai avuto chiamate da Zonin al riguardo e per Etruria ho appreso soltanto nell’aprile del 2015 dell’interesse di Vicenza”. Visco ha ricordato che le banche sono imprese e come tali vengono trattate dalla Vigilanza, nel pieno rispetto della loro autonomia di gestione, della quale hanno sempre la piu’ completa responsabilita’”. La Vigilanza interviene per indicare alle banche le misure necessarie per una conduzione sana e prudente, ma non puo’ stabilire le modalita’ operative con cui gli specifici interventi devono essere adottati. Per questo noi segnaliamo la necessita’ di una aggregazione; sta alle banche individuare la controparte con cui effettuarla”, ha concluso. Il governatore ha aggiunto che il costo dei salvataggi bancari per lo Stato italiano è nettamente inferiore a quello degli altri paesi europei. “In Italia l’impatto è attualmente stimato in circa 13 miliardi, lo 0,8 per cento del Pil: il costo degli interventi pubblici di sostegno al settore finanziario italiano, a fronte dei quali vi sarà un recupero almeno parziale, è dunque assai contenuto nel confronto internazionale, nonostante che da noi la caduta dell’economia reale sia stata ben più grave che in altri paesi». In Germania l’impatto sul debito pubblico è stato di 227 miliardi (7,2% del Pil), 101 miliardi in Gran Bretagna (4,3%) e 52 miliardi in Spagna (4,6%).
Fonte: Italia Oggi
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