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Sarà pure il cucciolo di famiglia, però la Jaguar E-Pace ha già messo i denti.
(Quattroruote) Al punto che alcuni tratti estetici ricordano di più la parente bassa e aggressiva, la F-Type, che la sorella maggiore F-Pace. Di certo, la piccola della gamma si presenta come una Suv compatta abbastanza atipica: lunga – anzi, corta – 4,40 metri, rientra nella fascia di prezzo presidiata da vetture ben più grandi. E poi, pur essendo rialzata (a tutto vantaggio della visuale sulla strada), la novità inglese privilegia un’impostazione grintosa e dinamica, con un assetto che fa poche concessioni alla morbidezza.
Con l’Ingenium intermedio. L’esemplare in questione adotta l’Ingenium due litri turbodiesel da 180 CV (gli altri sono il 150 e il 240 CV), abbinata all’automatico a nove marce con convertitore di coppia e trazione integrale, mentre l’allestimento è il top di gamma HSE: una configurazione ben accessoriata, alla quale si aggiungono optional tecnologici ed estetici per 12 mila euro. Motore e badge a parte, i soli dettagli che permettono di distinguere questa D180 dalla D240 testata sul numero di marzo di Quattroruote sono le dimensioni dei dischi dei freni anteriori, 325 contro 349 mm, e l’assenza del doppio terminale di scarico a vista. Per il resto, la vettura è la stessa, a partire dalla massa, due tonnellate in condizioni di prova.
Non servono domatori. Come detto, la E-Pace punta le sue carte sulle caratteristiche dinamiche: i primi tratti a emergere con evidenza sono la vivacità del motore e la prontezza dello sterzo. Piuttosto rapida nei cambi di direzione e pronta allo scatto, l’auto risponde con vigore agli input, mostrando peraltro un retrotreno all’altezza della situazione: comportamenti rispondenti alla natura “felina” delle Jaguar, ma che in questo caso vanno dominati e gestiti tenendo in considerazione il peso non indifferente. È in questi frangenti che emerge il comportamento dell’Esp, ben calibrato sull’asciutto, ma un po’ troppo deciso in situazioni difficili come il doppio cambio di corsia sul bagnato, dove l’elettronica tende a bloccare la ruota anteriore esterna. La massa si riflette poi nel consumo (in cui il 180 CV viene messo maggiormente alla prova rispetto alle motorizzazioni più potenti) e nel reparto dei freni, inclini ad affaticarsi nelle prove di resistenza. Tutti elementi che non compromettono il piacere di guida, risoluto e senza eccessi. Da vera Jaguar.
Fonte: https://www.quattroruote.it/prove/2018/jaguar_e_pace_la_prova_della_d180_awd_hse.html[:]