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Molti titoli di Piazza Affari non fanno prezzo per eccesso di ribasso
Giornata nera per le borse europee che aprono in caduta libera soprattutto dopo che l’Organizzazione mondiale della sanità ha definito il Coronavirus una vera e propria pandemia e dopo che Donald Trump ha annunciato misure restrittive per far fronte all’emergenza, come la sospensione dei voli verso l’Ue (tranne il Regno Unito) per ben 30 giorni, a partire dalla mezzanotte di domani.
In particolare l’indice Eurostoxx 50 scende di 6 punti percentuali, a Francoforte il Dax cede il 5,37%, a Parigi il Cac40 cola a picco del 5,11% mentre a Londra l’indice Ftse 100 cede il 2,6%. Gli investitori scontano anche la fine del periodo di rialzi del Dow Jones durato ben 11 anni, lasciando così il passo al mercato orso. E l’impatto economico del Coronavirus ha coinvolto anche il listino asiatico con l’indice Nikkei di Tokyo che questa mattina ha terminato la sessione con un tonfo del 4,4%.
Per quanto riguarda la borsa italiana tanti titoli di Piazza Affari non fanno prezzo in avvio per eccesso di ribasso sul prezzo di controllo come Banco BPM, Enel, UBI e Unicredit. Cali superiori al 5% per FCA e Intesa Sanpaolo.
Oggi i riflettori sono puntati a Francoforte dove si riunirà il consiglio della Bce che potrebbe annunciare misure per contenere gli effetti sull’economia del Coronavirus. “L’esito della riunione Bce sarà un test importante oggi. Dopo gli interventi, straordinari, di Fed e BoE, i mercati si attendono che anche la Bce faccia la propria parte per contrastare le ricadute economiche del coronavirus“, hanno spiegato gli economisti di Intesa Sanpaolo sottolineando che “l’intervento più efficace potrebbe essere un aumento dell’APP (Asset Purchase Programme), ma non è esclusa una limatura del tasso sui depositi, per quanto probabilmente poco utile“.
Questa mattina c’è stato il tentativo di risalita per il cambio euro/dollaro che si riporta in area 1,13. Secondo Intesa San Paolo l’aspetto più importante per quanto riguarda l’impatto sul cambio è la probabile revisione al ribasso delle previsioni di crescita ed eventualmente di quelle di inflazione. “La revisione, insieme ad un’eventuale azione di policy, dovrebbe infatti contribuire a indebolire l’euro”. Come target ribassista da monitorare indicano 1,1170 Euro/dollaro“, spiegano gli esperti.
di: Maria Lucia PANUCCI[:]