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Delude il dato dei sussidi di disoccupazione in Usa
Wall Street ha aperto la seduta di oggi in rialzo, dopo il rally di ieri che l’ha portata sui massimi da un mese. Nei primi minuti di scambio l’indice Dow Jones sale dell’1,25%, l’S&P500 guadagna l’1,17% e il Nasdaq avanza di quasi 1 punto percentuale. A sostenere gli scambi il nuovo intervento della Federal Reserve che ha lanciato un nuovo pacchetto di prestiti fino a 2.300 miliardi per sostenere l’economia. I prestiti saranno erogati alle imprese con un fatturato fino a 2,5 miliardi di dollari nel 2019 e 10.000 dipendenti. “La Fed sta cercando di fornire aiuto e stabilità al sistema – ha affermato il governatore Jerome Powell -. Il nostro ruolo è offrire il maggiore sostegno e la maggiore stabilità possibile durante questo periodo di attività economica limitata e le nostre azioni di oggi aiuteranno ad assicurare che la futura ripresa sarà il più vigorosa possibile“. L’annuncio dei nuovi stimoli è arrivato proprio mentre negli Stati Uniti emergeva che 6,6 milioni di persone hanno richiesto, per la prima volta, i sussidi di disoccupazione, per un totale di circa 16 milioni nelle ultime tre settimane.
In salita anche il listini europei. A Piazza Affari svetta Fiat Chrysler che continua la sua corsa da capofila del Ftse Mib all’indomani della lettera agli azionisti di Exor da parte del presidente John Elkann che ha confermato la volontà di procedere all’integrazione con Peugeot. Nel Vecchio Continente resta alta la cautela per l’esito, ancora incerto, del nuovo round di trattative all’Eurogruppo che dovrebbe adottare una risposta finanziaria comune alla crisi innescata dalla pandemia di Coronavirus, con il tema degli eurobond e del Mes che continua a produrre accese divisioni tra i Paesi.
Si allenta invece la tensione sullo spread che oscilla sui 200 punti base in attesa delle decisioni dell’Eurogruppo. E’ andata a buon fine l’asta dei BTp: sono stati assegnati 9,5 mld di titoli a 3, 7, 15 e 30 anni, con tassi in rialzo. In salita anche le quotazioni del greggio (in particolare il Wti, più volatile del Brent in questi ultimi giorni) dopo che la Russia ha comunicato di essere disponibile ad un taglio della propria produzione di 1,6 milioni di barili al giorno (circa un 15%), aumentando pertanto concretamente le probabilità di un accordo tra i produttori.
di: Maria Lucia PANUCCI[:]