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Critiche sia dalla maggioranza che dall’opposizione
Ok alla sorveglianza, ma non avranno compiti di polizia. Dopo le polemiche per la proposta del ministro per gli Affari regionali Boccia sul reclutamento di 60 mila volontari pronti a vigilare per evitare assembramenti rischiosi in spiagge, bar e locali, Palazzo Chigi sembra aver trovato la quadra. Il premier Conte ha mediato tra le parti, in una riunione con i ministri Lamorgese, Boccia e Catalfo e pare abbia deciso che l’iniziativa debba inserirsi tra quelle assunte dalla Protezione civile. “Questi soggetti – spiegano fonti di Governo – non saranno incaricati di pubblico servizio e la loro attività non avrà nulla a che vedere con le attività a cui sono preposte le forze di polizia“.
Nelle ultime ore la proposta di Boccia ha infiammato gli animi politici. Il ministro, appoggiato dal presidente dell’Associazione Comuni (Anci) Antonio Decaro, pensa ai volontari per aiutare i Comuni, i sindaci a vigilare in questa delicata Fase 2, in modo da far rispettare il distanziamento sociale, l’uso delle mascherine e il divieto di assembramento. Ipotesi queste ultime di cui al Viminale nulla sapevano tanto che dal ministero fanno sapere di non essere stati informati preventivamente. Un corto circuito che ha spinto il premier Conte a convocare un vertice in serata, da cui è arrivato poi il via libera al progetto.
Ma piogge di critiche arrivano sia dalla maggioranza sia dall’opposizione. Il presidente del Veneto Luca Zaia considera una sconfitta l’impiego degli assistenti civici per garantire il distanziamento sociale in spiagge, parchi e locali. “E’ una sconfitta dal punto di vista sociale – spiega – il fatto di mandare qualcuno a spiegare di indossare la mascherina. Vuol dire che c’è un problema culturale. Non abbiamo a che fare con dei delinquenti, ma con dei ragazzi che sono per bene. A questo punto c’è da chiedersi dove abbiamo fallito. Ritengo che bisogna avere fiducia nei ragazzi, far capire loro che se vogliono veramente ribellarsi ai controlli indossino la mascherina per protesta. E’ una sconfitta chiedere a qualcuno che faccia l’educatore. Questo è il tema“.
Contrario all’idea di Boccia anche Matteo Renzi che ha parlato di “follia“, mentre dal Pd parole analoghe sono arrivate da Matteo Orfini. “Siamo perplessi, ma troveremo una soluzione“, ha detto invece il capo politico M5S Vito Crimi. Giorgia Meloni dall’opposizione ha parlato di una “deriva autoritaria” del governo e da Forza Italia Anna Maria Bernini ha evocato “guardie rosse” come nei Paesi comunisti.
Nonostante queste diatribe, Regioni e Comuni continuano a muoversi in ordine sparso, varando provvedimenti di aperture e chiusure uno diverso dall’altro. Così, all’ordinanza del governatore della Campania Vincenzo De Luca che ferma i locali alle 23 ha risposto il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, annunciando che firmerà a breve i provvedimenti per aprire tutti gli spazi della città “possibilmente anche di sera e di notte“. L’opposto del sindaco di Milano Giuseppe Sala che ha vietato la vendita delle bevande da asporto dalle 19. Un provvedimento che nelle intenzioni del sindaco ha l’obiettivo di punire il consumo di alcolici in piedi e non regolamentato ma che di fatto non chiude i locali né la vendita delle bevande nei supermercati. A Roma invece la sindaca Virginia Raggi apre un nuovo fronte: multe fino a 500 euro per chi abbandona mascherine e guanti usati in strada.
di: Maria Lucia PANUCCI[:]