
Presente anche il premier Conte: “Niente passerelle, siamo qui per verificare lo stato dei lavori”. Ambientalisti e comitati contro le grandi navi protestano.
Al via oggi il primo test di tenuta generale del Mose a Venezia, la controversia opera idraulica che consiste nel sollevamento delle 78 dighe mobili destinate a proteggere la città dalle maree. Presenti a questa prova generale anche il premier Conte ed i ministri Lamorgese, D’Incà e De Micheli.
Dopo 13 anni di polemiche, ritardi e processi, per la prima volta oggi tutto il sistema è entrato in funzione alle tre bocche di porto del lido di Venezia, separando la laguna dal mare. Il premier e i rappresentanti del Governo hanno fatto visita alla “Control room” installata all’isola artificiale del Lido per poter seguire in diretta le operazioni di sollevamento e discesa delle paratoie nelle tre bocche, da nord a sud: Lido-Treporti, Lido-San Nicolò,Malamocco e Chioggia.
«Siamo qui per un test, non per una passerella – ha detto il presidente del Consiglio. – Il governo vuole verificare l’andamento dei lavori».
Una decina di imbarcazioni si sono radunate nello spazio acqueo davanti a Piazza San Marco per un’azione di protesta contro il Mose. Per i detrattori, l’opera, che ha richiesto anni di lavoro e finanziamenti ingenti, sarebbe obsoleta e costerebbe troppo. Il maxi impianto costerà infatti allo Stato cinque miliardi e mezzo di euro. Per non parlare poi della manutenzione che costerà 40/50 milioni all’anno. «E’ giusto avere dubbi, è giusta la dialettica, ma dico a chi sta protestando, ai cittadini e intellettuali, concentriamoci sull’obiettivo di completare il Mose – ha aggiunto Conte. – Facciamo in modo che funzioni».
Una prova generale questa che però non significa fine dei lavori. Per vedere l’opera completata bisognerà aspettare dicembre 2021. «Ci sono 18 mesi di lavori e test, bisognerà avviare il collaudo tecnico funzionale e poi alcuni anni di rodaggio per l’avviamento, per la progressiva ottimizzazione con procedure trasparenti e controllo rigoroso dei costi – ha detto la commissaria alla conclusione del Mose di Venezia, Elisabetta Spitz. – Con le prove dei prossimi mesi sarà già possibile dal prossimo autunno il sollevamento in caso di maree altissime e salvare dall’acqua alta la Laguna».
Quindi in caso di emergenza il Mose sarà pronto a proteggere la città già in autunno. Una decisione presa dopo l’ennesima mareggiata dello scorso novembre quando l’acqua è arrivata a 187 centimetri.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: ANSA
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