L’Europa rallenta la sua corsa. Piazza Affari è negativa
Wall Street apre negativa. Il Dow Jones perde lo 0,23% a 26.943,66 punti, il Nasdaq cede lo 0,22% a 10.684,14 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno lo 0,14% a 3.271,41 punti.
Pesano le nuove richieste dei sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti, che restano costantemente sopra il milione per la diciottesima settimana consecutiva; il dato è leggermente più alto delle attese. Il numero dei lavoratori che per la prima volta ne hanno fatto richiesta, la scorsa settimana, e’ aumentato di 109.000 a 1,416 milioni di unità, secondo quanto riportato dal dipartimento del Lavoro; le attese erano per un dato a 1,3 milioni. E’ la prima volta da fine marzo che i numeri delle richieste sono in aumento rispetto alla precedente settimana.
Le notizie sull’incremento negli Stati Uniti delle richieste di sussidio di disoccupazione ha fatto rallentare anche i listini europei. Piazza Affari è addirittura negativa: a pesare sono le vendite su Diasorin e, in misura minore, anche sulle banche. Nelle scorse ore, infatti, è circolata l’ipotesi che la Bce possa chiedere ai principali istituti di sospendere lo stacco dei dividendi per tutto l’anno. Da qui il passo più lento degli indici (come Ibex e Ftse Mib) nei quali il “peso” degli istituti bancari è maggiore. A sostenere gli altri listini, con in testa Francorte, Parigi e Londra, sono invece le notizie che arrivano dall’altra sponda dell’Atlantico sui passi avanti fatti dal Congresso Usa sul tema del pacchetto di aiuti a sostegno dell’economia.
Rimangono sotto la lente d’ingrandimento sia Intesa Sanpaolo sia Ubi, mentre si avvicina la scadenza dell’offerta lanciata dall’istituto guidato da Carlo Messina. Ma a pesare su Piazza Affari è proprio l’andamento delle banche, tutte deboli con Banco Bpm che guida i ribassi tra gli istituti e segna un calo di oltre il 2%. In coda al Ftse Mib c’è sempre Diasorin travolta dalle indagini sui test sierologici.
Sul fronte dei cambi l’euro è scambiato a 1,156 dopo aver sfiorato gli 1,16 dollari (contro 1,159 dollari a fine seduta il 22 luglio). Vale inoltre 124,16 yen (124,22 yen), mentre il dollaro-yen è pari a 107,11. Il petrolio, dopo i cali della vigilia, non riesce a rialzare la testa: il Wti, contratto con consegna a settembre, scende a 41,6 dollari al barile. Infine rimane elevato il prezzo dell’oro: 1.874 dollari l’oncia (+0,11%), che da diverse sedute viaggia sui massimi da 9 anni.
di: Maria Lucia PANUCCI
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