
Tutto questo nonostante il recupero di Wall Street in vista di possibili nuovi stimoli fiscali, ma preoccupa sempre l’andamento dei contagi in Francia e Regno Unito
Avvio sotto la parità per le principali Borse europee. Nei primi minuti di contrattazione l’indice Eurostoxx 50 scivola dello 0,34%. A Francoforte il Dax cede lo 0,28%, a Parigi il Cac40 perde lo 0,53%, mentre a Londra l’indice Ftse100 segna un debole +0,10%.
Tutto questo nonostante il rimbalzo dei titoli tecnologici a Wall Street nella seduta di ieri e un possibile nuovo piano di stimolo da 2.200 miliardi di dollari negli Stati Uniti. Finora la faziosità tra Democratici e Repubblicani ha impedito un rinnovo degli aiuti da parte del Congresso, e il recente posto vacante alla Corte Suprema dopo la morte del giudice Ruth Bader Ginsberg ha allargato il divario. Ma secondo le ultime indiscrezioni, i Democratici starebbero rivendendo la loro proposta nel tentativo di far ripartire i negoziati con l’amministrazione Trump e il nuovo piano di rilancio potrebbe essere votato già la prossima settimana.
Anche Piazza Affari si muove in calo nei primi scorci dell’ultima seduta settimanale. L’indice Ftse Mib, reduce dal -0,12% di ieri, segna -0,42% a quota 18.826 punti.
Debole in avvio Enel, titolo di maggior peso dell’indice Ftse Mib, con -0,84%. Tra i peggiori anche Campari, Diasorin e Ferrari tutte con cali di oltre l’1%.
Bene Eni (+1,1%) che rimbalza dopo la debolezza delle ultime sedute. Tra le banche tonica anche oggi Banco BPM (+2,7% a 1,377 euro) che già ieri era era schizzata in avanti di quasi il 6% sui rumor di un possibile interesse di Credit Agricole.
L’Asia viaggia oggi a due velocità con Tokyo che fa + 0,5%, Shanghai -0,36% e Hong Kong -0,37%.
Tra le valute euro/dollaro in leggero rialzo a 1,167 (+0,02%), dollaro/yen a 105,36 (-0,05%) e sterlina/dollaro a 1,276, +0,13%. Le quotazioni del petrolio sono in aumento. Il Wti guadagna lo 0,47%, a 40,50 dollari al barile, mentre il Brent si mostra in progresso dello 0,45%, a 42,61 dollari al barile. L’oro resta sempre sotto quota 1.900 e scambia a 1.874, -0,11%.
L’agenda macro si profila scarna di indicatori rilevanti: ci sono i dati sulla fiducia delle imprese manifatturiere e dei consumatori di settembre in Italia, a seguire dagli Usa arriveranno gli aggiornamenti sugli ordini di beni durevoli di agosto preliminari. E’ poi atteso, a mercati chiusi, il giudizio di Fitch sul rating sovrano del Regno Unito.
di: Maria Lucia PANUCCI
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