
Durante il lockdown il 28% delle persone ha riciclato gli abiti
L’ultima forte tendenza nel settore della moda sembra essere l’upcycling, cioè il recupero creativo di materiali di qualsiasi tipo, di tessuti, di capi provenienti da rimanenze e stock. Una pratica che trasforma il prodotto a fine vita in un altro promuovendo un nuovo modello produttivo di economia circolare che si contrappone alla vecchia economia lineare.
Sono molte le aziende nella filiera della moda che stanno adottando la logica del riutilizzo, sulla scia della nuova tendenza dei consumatori a prestare sempre più attenzione alla salvaguardia delle risorse naturali.
Riuso, riciclo, risparmio di risorse e tessuti eco-compatibili sono alla base del processo evolutivo delle case di moda. La caratteristica principale dell’upcycling è che i nuovi prodotti hanno una qualità o un valore uguali se non migliori di quelli originali.
Tra i marchi che hanno cominciato a utilizzare questa pratica c’è Diesel, con un nuovo progetto che mette al centro della creatività l’upcycling per realizzare collezioni partendo da capi invenduti e riassemblati, progettati da designer e artisti. Anche il marchio svedese H&M sta sperimentando il riciclo attraverso la piattaforma Resell. E poi Zalando, la più potente tra le società di eCommerce in Europa.
Valorizzare lo scarto e farlo diventare una risorsa è essenziale in un mondo che genera ogni anno 92 milioni di tonnellate di rifiuti tessili con un enorme impatto sull’ambiente.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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